Contagio, la BAAN trasmette virus dell'arte
San Benedetto del Tronto | Inaugurata la terza edizione della mostra d'arte contemporanea Biennale Adriatica di Arti Nuove. Oltre alle esposizioni e alle performance in Palazzina, le forme artistiche si diffonderanno in tutta la città
di Eleonora Camaioni
Contagiare, toccare, contaminare sono questi i termini attorno ai quali girano i temi della terza edizione della Biennale Adriatica di Arti Nuove, l’esposizione d’arte contemporanea ormai divenuta un cult della Riviera delle Palme.
La trasmissione dell’arte in tutte le sue forme, pittoriche, scultoree, filmiche, grafiche invaderanno tutta la città fino al 27 agosto. Pur se la location fissa della manifestazione è la Palazzina, passeggiando per le vie della città sarà possibile rintracciare ritagli artistici nei luoghi più disparati, dalla spiaggia dell’ex camping, al Corso, alla statua del Pescatore in zona molo sud, fino a Piazza Andrea Pazienza.
La scelta di poter incontrare le opere nei luoghi di passaggio della vita cittadina sta a significare la tendenza a far esperire tutti della forma artistica proposta dalla manifestazione. Quest’anno sono più di 40 gli artisti partecipanti, provenienti da 12 paesi diversi.
La mostra si divide in due percorsi. RAID, affidato ad Antonio Arèvalo, si svilupperà negli spazi espositivi della Palazzina con le opere fisse e negli spazi esterni del giardino di Viale Buozzi con le performance artistiche e le installazioni. AVIARIA, curato da Cristiano Seganfreddo, sarà la stimolazione che si diffonderà negli spazi pubblici cittadini.
Inoltre ci sarà la sezione LOUSE (pidocchi) che vedrà le opere di Giovanni Neroni e del gruppo sambenedettese Sure Creative Lab, un crogiuolo di talenti artistici, che doneranno protezione agli abitanti donando un esercito di angeli custodi (Guardian Angel) per proteggerli dal contagio dell’arte. In cambio i sambenedettese dovranno fare una preghierina che sintetizza il messaggio del progetto artistico del gruppo.
Durante l’inaugurazione della mostra, tenutasi ieri, nel tardo pomeriggio, si aggiravano nel giardino di viale Buozzi dei ragazzi con indosso le tute anti-contagio e offrivano ai presenti delle fialette sulle quali vi era scritto Design is the cure (Il design è la cura).
Dal video “Les quatre cents coups”, alla installazione “Dove danzano le zanzare”, creata nel torrente Albula e visibile dalla Palazzina grazie ad un binocolo puntato sul fossato; dalle installazioni “I am a heroine” e “Croce bifacciale a led con scritte scorrevoli” fissate sulla struttura esterna della costruzione, al “Golden Carpet”, il tappeto d’oro all’ingresso; dagli abiti da cerimonia in tessuto mimetico, alla scopa di capelli e pelle umana in legno, gesso e cera; dall’uomo cromato di argento su di un tappeto di sale marino, agli invisibili semi di papavero sparsi nel giardino di Viale Buozzi; tutto questo è la BAAN edizione 2006.
Tutto questo è ciò che il vulcanico Luigi Maria Perotti, direttore artistico e padre della manifestazione, ha organizzato per offrire a San Benedetto un po’ di quello spirito artistico contemporaneo che parla i linguaggi della contemporaneità.
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06/08/2006





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