Giorgio Montefoschi: L'idea di perderti
San Benedetto del Tronto | Un grande scrittore sarà il protagonista del prossimo appuntamento con "Scena aperta"
Giorgio Montefoschi presenterà il suo libro L’idea di perderti alla Palazzina Azzurra giovedi 6 alle ore 21,30. L'evento è parte integrante degli "Incontri con l'Autore" organizzati dalla "Bibliofila" nell'ambito di "Scena Aperta" a cura dell'Amministrazione Comunale.
Giorgio Montefoschi (Roma, 1946) ha pubblicato: Ginevra (1974), Il Museo Africano (1976),L’amore borghese (1978), La felicità coniugale (1982), Lo sguardo del cacciatore (1987), Il volto nascosto (1991), La porta di Damasco (1992), La casa del padre (1994, Premio Strega), Il volo (1997). Editi da Rizzoli sono: Non desiderare la donna d’altri (1999), Quando leggere è un piacere. Passione e sentimento amoroso nei grandi libri (2000), Il segreto dell’estrema felicità (2001) e La sposa (2003). Presso Guanda è uscito Dove comincia l’Oriente (2003).
“Io vi ho amato, nessuno vi ha amato più di me”. Sono queste le parole di Edipo che alla fine del libro viene citato con misteriosa intenzione. Poi Edipo si protegge gli occhi con le mani da non sappiamo cosa, forse una paurosa apparizione. Paolo Diamanti, il protagonista di questo romanzo, non è però Edipo, attorno a lui non ci sono messaggeri o mezzi angeli, ma la realtà più prosaica di viale Parioli e dei suoi ristoranti. Quella Roma che da anni Montefoschi perfeziona nella sua opera come un pittore con un quadro che non riesce, non vuole terminare.
A Paolo Diamanti manca poi quel puro carattere che Edipo esibisce — figuriamoci — un po’ annoiato dalla moglie, mezzo innamorato di una oculista trentottenne. Paolo finisce addirittura nell’imbarazzante situazione di dichiararsi e non accorgersi che la moglie, a due metri di distanza, sta ascoltando ogni singola parola. Ma tutto ciò — le storie d’amore, i tessuti che Roma incessantemente fabbrica attorno agli uomini e alle donne di questo libro — sono oggetto di una lettura appassionata ma non sufficiente. Il lettore attento si lascia invece portare dentro la struttura circolare e sofisticata del libro, un vero e proprio teorema, e alla fine deve per forza dichiarare con chi sta (con Paolo o contro Paolo).
E qualunque sia la nostra scelta alla fine non sfuggirà l’autorità antica con cui Giorgio Montefoschi ha vestito i personaggi della sua storia. Così moderna, sì, così disincantata (sensuale, erotica, sfacciata, sì) ma che ci costringe a chiamare i characters non con i loro nomi e cognomi, ma con la grammatica di un racconto morale: l’Architetto, la Moglie, il Pittore, l’Oculista, l’Amante, l’Amica. Poi, chi vorrà, potrà leggere soltanto che l’Architetto trascura la Moglie, che la Oculista ha una relazione con il Pittore, che l’Architetto abbandona l’Amante, che l’Amica cerca la Moglie. La percezione soggettiva è un’illusione che lo scrittore sa generare. Se è bravo.
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05/07/2006
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