Leonardo Vittorio Arena offre la sua perla culturale alla città
San Benedetto del Tronto | Presentato "I guerrieri dello Spirito", volume edito da Mondadori. L'evento è stato organizzato da Confeserecenti in collaborazione con la libreria "La Bibliofila"
di Eleonora Camaioni

Il prof. Leonardo Vittorio Arena tra Paolo Perazzoli e il prof. Alessandro di Caro
Si è tenuto nel pomeriggio, presso l’Hotel Progresso, il primo appuntamento culturale che dà il via ad un ciclo invernale di Incontri con l’Autore organizzato dalla Confesercenti in collaborazione con la libreria “La Bibliofila”.
Primo ospite della rassegna è stato il prof. Leonardo Vittorio Arena, docente di Filosofie dell’estremo Oriente presso l’Università di Urbino, il quale ha presentato il suo ultimo libro I guerrieri dello spirito.
Il volume, edito da Mondadori nella collana “Uomini e religioni”, si configura come un viaggio nella storia, nel tempo, ma anche nello spazio.
Dai templari, ai cavalieri teutonici, dagli assassini ai samurai per finire con i kamikaze, dall’oriente all’occidente, passando per periodi storici più svariati, Arena affronta un itinerario che vuole essere si una narrazione, ma non un omaggio alla narrazione poiché il testo è saggio di filosofia comparativa che ha l’intento di assimilare due civiltà differenti.
L’evento è stato presentato dal prof. Alessandro Di Caro, docente di Filosofia presso il dipartimento di Sociologia dell’Università di Urbino.
Segue una breve intervista dell’Autore:
Chi sono i Guerrieri dello Spirito?
Coloro che hanno lottato per una giusta causa, che non fa parte del mondo della materia, non tocca interessi economici, né politici. Sono coloro che hanno come destinazione quella di combattere per un Dio o per una causa religiosa. Uomini combattuti tra un io religioso e una prassi violenta.
Nel mondo attuale quali personaggi possono essere assimilati a queste figure tutte accomunate da uno stesso comportamento: accogliere la morte ed essere disposti ad infliggerla?
Al di là dei Kamikaze non ci sono più figure unite da una stessa idea: accogliere di buon grado la morte ed essere disposti ad infliggerla.
Come è nato il libro?
Nasce da un intento comparativo, anzi di filosofia comparativa e analisi di due mondi oriente ed occidente. Partendo dai templari, ai cavalieri teutonici, dagli assassini ai samurai e ai kamikaze, mi è sembrato opportuno fare un confronto tra due civiltà. L’analisi non si ferma all’attenzione prestata alla psicologia di questi personaggi, ma entra nel trans-personale, nello spirito di figure così suggestive e al tempo stesso temute dalla nostra civiltà occidentale.
Come è riuscito a portare avanti la sua analisi?
Per poter accostare agli stilemi di un’altra cultura ho dovuto mettere da parte la mia e ragionare in termini filosofici. Oggi sui giornali si parla tanto dei kamikaze, in particolar modo di quelli islamici, ma molto spesso non si sa chi siano veramente. Questa è una lacuna di cognizione che deriva dalla paura della cultura occidentale verso tali figure così legate all’idea di morte e portatori di morte.
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11/02/2006
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