Lex comandante dei Carabinieri di Teramo replica agli attacchi di Rapagnà sul delitto Masi
| TERAMO - Le dichiarazioni del Comandante Izzo, sono state correttamente riportate dalla stampa. Eppure vi è chi le ha erroneamente interpretate o, più verosimilmente le sta strumentalizzando per cavalcarle ad altri fini
di Nicola Facciolini
E davvero rammaricato il Ten. Col. Igino Izzo, lex comandante provinciale dei Carabinieri di Teramo, nellapprendere dagli organi di stampa le dichiarazione dellOn. Pio Rapagnà e la sua richiesta di dimissioni del Procuratore della Repubblica Barrasso.
Essendo stato, mio malgrado, tirato in ballo e poiché anche in precedenza sono apparsi articoli di analogo tenore - rivela Igino Izzo - mi sento in dovere di precisare che lo scorso 7 settembre 2005, nel corso dellincontro di commiato con i giornalisti, ho semplicemente esternato il rammarico, nel lasciare Teramo, di non essere riuscito a dare un nome agli assassini dei coniugi Masi, formulando tuttavia un cauto ottimismo per il buon esito delle indagini.
Izzo spiega di non aver detto altro. Il magone era per il rammarico per non potere essere presente allinaugurazione della nuova Caserma di Montorio al Vomano, completata da anni ed ancora inutilizzata per motivi esclusivamente burocratici.
Le dichiarazioni del Comandante Izzo, sono state correttamente riportate dalla stampa. Eppure vi è chi le ha erroneamente interpretate o, più verosimilmente - continua Izzo - le sta strumentalizzando per cavalcarle ad altri fini. Esse, tra laltro incidentali nel contesto di un più ampio saluto di commiato, credo possano solo evidenziare limpegno che mi ha sempre contraddistinto nel voler assicurare alla giustizia che si è macchiato di sì efferati crimini, quellimpegno che non è mancato neanche nel caso in specie e che ha sempre contraddistinto tutti i componenti del Nucleo Operativo Provinciale di Teramo che, non dubito, stanno ancora lavorando per dare un volto ed un nome agli assassini.
Il Ten. Col. Izzo rivela che quanto maggiore è limpegno nel condurre unindagine, tanto più è il rammarico per non averla potuta condurre a termine: tutti gli omicidi perpetrati nella provincia di Teramo nei sette anni di mia permanenza hanno visto identificati i loro autori. Nellattività di indirizzo ho avuto forse anche io qualche merito, ma il merito maggiore va allimpegno, alla sagacia ed alla professionalità dei componenti del Nucleo Operativo.
Sullomicidio dei coniugi Masi, Izzo esprime il suo punto di vista nei confronti della stampa. Non ho visto premiare lo sforzo mio e dei miei collaboratori o, comunque, di chi deve lasciare incompiuta unattività di indagine: nullaltro. Strumentalizzare ciò per chiedere, tra laltro e addirittura, le dimissioni del Procuratore della Repubblica Barrasso, mi sembra fuori luogo o quanto meno eccessivo, e comunque fare polemica quando ancora le indagini sono in corso, ritengo possa creare solo confusione e non faccia bene alle stesse indagini né credo possa essere gradito ai congiunti delle vittime.
Izzo invita tutti a lasciar lavorare serenamente Magistratura e Carabinieri. Lasciamoli lavorare senza le luci dei riflettori che, inizialmente, sono state eccessive se non addirittura accecanti. Per le polemiche cè sempre tempo! Facciamo concludere le indagini che, non bisogna dimenticarlo, possono richiedere anche tempi lunghi e solo allora se ne potrà riparlare e forse anchio avrò qualcosa da dire, conclude il Ten. Col. Igino Izzo.
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04/10/2005
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