Droghe leggere: la linea dura di AN espressa a San Benedetto già dal 1998
San Benedetto del Tronto | Approvato il ddl Fini dal consiglio dei ministri. Una posizione analoga era espressa in una deliberazione del Consiglio Comunale di San Benedetto, sempre su proposta di AN
di Giovanni Desideri
Linea dura sulle droghe leggere: il disegno di legge proposto dal vice premier Gianfranco Fini e approvato dal Consiglio dei Ministri giovedì 13 novembre, cancella le distinzioni tra "consumo" e "spaccio" e tra "droghe leggere" e "droghe pesanti", oltre ad abolire nozioni giudicate "fuorvianti", come "modica quantità" o "uso personale".
L'accusa (penale) di spaccio scatta se si viene trovati in possesso di quantitativi uguali o superiori ai seguenti: 0,15 grammi di hashish o marijuana, 0,5 grammi di cocaina, 0,3 grammi ecstasy o pasticche, 0,5 grammi di anfetamina. Al di sotto di queste scatta solo la sanzione amministrativa. La reazione politica più dura, come era prevedibile, si è avuta da parte dei radicali che parlano di "proposta degna di un paese totalitario".
Ma la linea seguita oggi dal governo è forse un "must" di Alleanza Nazionale, se è vero che a San Benedetto era stata avanzata una proposta nello stesso spirito sin dal 1998, in una deliberazione del Consiglio Comunale del 30 aprile, su proposta dell'allora consigliere di minoranza di AN (e attuale vice sindaco) Pasqualino Piunti: fu un'approvazione "clamorosa", negli anni della seconda Amministrazione Perazzoli (centrosinistra).
Nella mozione era centrale il seguente passaggio: "il Ministro degli Affari Sociali, onorevole Livia Turco insieme al Presidente del Consiglio hanno ribadito il loro "NO" alla somministrazione controllata di eroina. Chiedo quindi al Consiglio Comunale di prendere una distanza netta dalla decisione adottata dal Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna [appunto di somministrazione controllata, n.d.r.], la quale iniziativa in mancanza di determinazioni finali del governo, può essere interpretata come una indebita forma di pressione sullo stesso ed una pericolosa fuga in avanti perché questi assuma un certo indirizzo".
La mozione fu approvata con 9 voti favorevoli, 7 contrari (tra i quali il sindaco Perazzoli), 5 astenuti (essendo presenti 21 consiglieri su 30) e la delibera fu poi inviata al Ministro Livia Turco.
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14/11/2003
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