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La politica che viene da lontano: Stefano Fabbioni.

Grottammare | Incontro con il candidato consigliere di ‘Solidarietà e partecipazione' a pochi giorni dalle elezioni.

di Giovanni Desideri

Stefano Fabbioni è in politica da anni (‘quasi trenta, insieme a Massimo Rossi'). Iscritto a Rifondazione Comunista, è stato Assessore nei due precedenti mandati: prima al personale e all'informatizzazione, poi all'urbanistica. E consigliere comunale dal '91 al '94. Impiegato presso i Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno, 43 anni, sposato, un figlio di due mesi.

Assessore Fabbioni, i suoi precedenti mandati la espongono a molte delle critiche mosse dai vostri avversari politici al vostro operato. Sull'informatizzazione, per esempio, l'accusa è che il Comune di Grottammare sia alquanto indietro.
Rispondo che al momento del nostro primo insediamento molti atti interni del Comune venivano redatti a mano, mentre oggi l'Amministrazione dispone di computer efficienti, tutti collegati in rete. Inoltre abbiamo allestito un sito internet ufficiale del Comune, curato nei minimi dettagli. Non siamo neppure in ritardo, rispetto a tutti gli altri Comuni, per quanto riguarda i certificati o le tessere in formato elettronico. Sull'informatizzazione, pertanto, abbiamo fatto passi da gigante, nel secondo mandato grazie all'opera dell'Assessore Lisciani.

Sugli incarichi professionali è stata sollevata una polemica per gli interventi dell'ing. Dante Fabbioni, suo cugino, sul Piano Regolatore e sul lungomare sud.
Il curriculum dell'ing. Fabbioni parla da solo: ha redatto piani regolatori per decine di Comuni della Provincia di Ascoli ed ha lavorato su richiesta di privati come Diego Della Valle, fra gli altri. Io non ho assolutamente ‘sponsorizzato' l'assegnazione a lui dei lavori in questione. L'assegnazione, invece, è avvenuta soltanto sulla base del suo curriculum.

L'urbanistica, per finire. In edilizia l'accusa è di aver usato favoritismi e di aver fatto lievitare i prezzi. Viabilità e  parcheggi, poi, sarebbero disastrati.
Inizio dalla fine. I posti-auto sono aumentati: si vedano le aree al di là della ferrovia. La viabilità è molto migliorata: basta chiedere agli autisti delle linee pubbliche. Anche i nuovi semafori sono stati utili, impedendo corse folli sul lungomare o sulla statale. C'era una vera emergenza sicurezza, a cui abbiamo rimediato. Sull'edilizia dobbiamo partire dal fatto che circa l'88% dei grottammaresi vive in case di proprietà. Coloro che non posseggono una casa, o ne cercano una, non la acquistano per problemi di reddito. E su questo stiamo provvedendo con una importante azione di edilizia pubblica residenziale, utile anche ad abbassare i prezzi del mercato. Le aree sono già state individuate e non certo in periferia, ma in zone centrali: vicino al mare (zona Bernini), ma anche al Paese Alto (Piazza Peretti). Fiore all'occhiello il progetto per gli anziani, vicino all'asilo. Per finire, tutti i costruttori hanno avuto modo di operare a Grottammare e se i più grandi hanno acquistato zone più grandi, questo è dipeso, come si capisce, dal funzionamento del mercato stesso: è una questione di mezzi economici.

Ma proprio secondo un'altra obiezione con le iniziative pubbliche non si può andare avanti così: dicono che il bilancio sia messo maluccio e non per l'incidenza percentuale sul bilancio annuale, ma per il numero delle rate da pagare.
È un'obiezione che giudico irragionevole, per non dire di peggio. Ciò che conta è quell'11% di rapporto annuo tra rimborso mutui e volume del bilancio: è così anche in ogni famiglia. Ma ormai è chiaro che l'argomento ‘buco-nei-conti-pubblici' è un vil stratagemma, abusato nelle campagne elettorali della destra, per conseguire tre obiettivi: il discredito degli avversari, un alibi per non fare nulla in caso di vittoria, una ragione per privatizzare, svendendo in maniera vergognosa il patrimonio del Comune (vedi il caso di San Benedetto). Tanto più è desolante, quindi, vedere i nostri avversari fare campagna elettorale non con argomenti solidi, ma con porchette e gelati! La nostra sfida è invece quella di utilizzare gli utili derivanti da alcune attività pubbliche (farmacia comunale, depuratore, ecc) per offrire servizi. E ci stiamo riuscendo, dando servizi migliori di quanto non riesca a fare il privato.

22/05/2003





        
  



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