Il campionato di calcio di serie B si concede una pausa prima di entrare nel vivo con le giornate e le partite che alla fine faranno la differenza in testa ed in coda.

Un campionato che ha visto l'Ascoli fin qui comportarsi egregiamente. L'obiettivo salvezza, quello stabilito prima del via, è a portata di mano in virtù di un più che confortante girone di andata. Anzi, c'è chi in città sogna quel salto di qualità che la formazione bianconera è stata lì lì per fare in più di una circostanza, non riuscendoci. Cosa significa? Semplicemente che l'organico a disposizione di mister Pillon non consente voli pindarici e quindi occorre che la formazione del presidente Roberto Benigni resti coi piedi per terra e tenga ben visibile la meta da raggiungere, vale a dire la permenanza nel campionato cadetto dove l'Ascoli è tornato dopo sette anni nel purgatorio della serie B: sette lunghissimi anni che testimoniano quanto sia difficile riemergere e quanto sia quindi importante mantenere quello che il popolo bianconero ha conquistato, la serie B.

Detto questo, però, la speranza che l'Ascoli, ora ben saldo a centro classifica (a sei punti di distanza sia dalla quarta in classifica che dalla quartultima) possa avvicinarsi un po' di più alle zone nobili della graduatoria c'è: dipende da tanti fattori non ultimo un pizzico di fortuna che, nonostante i buoni risultati ottenuti fin qui, non ha sempre sorriso ai bianconeri di Pillon. Molto dipende anche dal cambiamento del rendimento in trasferta, troppo deficitario rispetto alla media punti molto alta in casa dove l'Ascoli ha conquistato sette delle otto vittorie totaliu (unico successo in trasferta sul campo della derelitta salernitana). E molto dipende anche dal gioiello Brienza che, con la doppietta al Bari, è divenuto definitivamente l'idolo della tifoseria bianconera attirando l'attenzione degli operatori di mercato pronti a mettere le mani sulla mezzapunta di proprietà del Palermo.

Insomma, bisogna guardare alla salvezza, ma se c'è la possibilità di sognare... ben venga.