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Pellei (Udc): “Discernere il disagio sociale dai rischi per la sicurezza dei cittadini”

San Benedetto del Tronto | Una mozione – quella presentata come primo firmatario dal Consigliere Comunale ed esponente del partito centrista (e dai consiglieri Mandrelli, Curzi, Sanguigni e De Vecchis) – nel merito e nel segno delle misure inerenti alle Emergenze Sociali.

di Umberto Sgattoni

Non si fa attendere la reazione dell'opposizione in Consiglio Comunale, in relazione alla vicenda che ha visto protagonista il Consigliere di Maggioranza Stefano Muzi (Forza Italia): il quale - la settimana scorsa - si era distinto e segnalato per aver "attenzionato" alla Polizia Municipale due mendicanti (di cui uno artista di strada) i quali - stando a quanto riferito dallo stesso Consigliere sui social network - "in barba ai regolamenti ed alle prescrizioni di legge, facevano l'elemosina".

Un intervento, che il Muzi aveva richiesto ed "attenzionato", ritenendolo necessario per "snidare queste abitudini malsane" ed al fine di "tutelare, oltre che il decoro urbano, anche i cittadini sambenedettesi, che per un'occupazione di suolo pubblico, o per una manifestazione temporanea di pubblico spettacolo, devono produrre voluminosi incartamenti burocratici".

Un gesto - quello del Muzi - che, in poco tempo non soltanto aveva generato e scatenato un acceso dibattito nei social network, ma era anche asceso alle cronache di stampa e divampato in oggetto alla riflessione del dibattito politico di rappresentanza: e cioè, all'attenzione dei Consiglieri Comunali veri e propri. Fra i primi a criticare aspramente il giovane Muzi - va detto per inciso - era stato l'altrettanto giovane Consigliere Comunale di Minoranza Andrea Sanguigni (Ripartiamo da Zero).

Una reazione, dunque, quella della minoranza consiliare, che, in relazione al fatto che ha destato non poche polemiche ed ha visto protagonista il Muzi, si concreterà con una vera e propria mozione - che vede quale primo firmatario Domenico Pellei (UdC), ma è altresì condivisa, sottoscritta e sostenuta anche da Flavia Mandrelli (Uniti per San Benedetto) Marco Curzi (Rinnovamento e Progresso) e Giorgio De Vecchis ed Andrea Sanguigni di Orgoglio Sambenedettese.

"A seguito delle polemiche conseguite all'intervento del Consigliere Muzi ed alle successive dichiarazioni di taluni colleghi (Consigliere Massimiani - Fratelli d'Italia)" - precisa il Pellei - "si desidera riporre l'attenzione sulla netta distinzione tra emergenza di carattere sociale e problematiche connesse con la sicurezza dei cittadini".

Fondamentale dunque - stando all'analisi asciutta ma puntuale e significativa del Pellei - distinguere e discernere le emergenze di carattere sociale dalle problematiche - invece - connesse con la sicurezza dei cittadini.

Una mozione, dunque - quella presentata - in riferimento e nel merito delle misure inerenti alle Emergenze Sociali; nonché, incardinata sulla necessità primaria di distinguere in maniera puntuale, propria ed adeguata - le stesse - da quelle riguardanti la sicurezza dei cittadini. 

In tal senso, il Pellei ha anche ritenuto opportuno rimarcare e mettere in evidenza che "l'Amministrazione, così come sta procedendo con determinazione di intervento nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela della sicurezza dei cittadini", non debba mai perdere di vista compiti preminenti che le competono - in relazione all'Articolo 3 della Costituzione Italiana -; e segnatamente, in riferimento al "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana".

In conclusione, pertanto, il Pellei, richiama l'Amministrazione Comunale all'impegno irrinunciabile ed imprescindibile sancito, garantito e previsto dall'Articolo 3 della Costituzione; annotando come sia di fondamentale importanza, il non avallare una perniciosa generalizzazione che accomuni il disagio sociale ai rischi per la sicurezza dei cittadini; al fine di non incorrere - pericolosamente - in una "distorsione della realtà che fomenterebbe una infondata deriva di intolleranza del «sentire comune»".

 

18/11/2016





        
  



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