Lo Smi accusa: non si usino i medici del 118 come tappabuchi
Fermo | Nel Pronto Soccorso di Jesi grave carenza di personale, ma non si scarichi il peso e le responsabilità della Regione sul 118.
di Martina Marini

18 novembre - Fabiola Fini, della segreteria regionale Smi Marche: "C'è una determina dell'Asur Marche rispetto alla quale abbiamo già fatto ricorso, e sulla quale attendiamo la decisione del tribunale del lavoro. Solo in una azienda è in corso un progetto sperimentale in tal senso, oltretutto contrastatissimo. Se passasse questo modello, vogliamo fare un esempio, un medico del 118 al Pronto Soccorso che sta dando dei punti di sutura e che riceve una chiamata di urgenza e deve uscire immediatamente per un intervento: che fa? Lascia tutto e parte. Immaginate la giustificata reazione del paziente e la probabile denuncia, rispetto alla quale non si avrebbe neppure alcuna copertura dal punto di vista legale. Un pasticcio, quindi, frutto di tagli ai diritti e ai servizi.""
"Così, di fatto - aggiunge Fini - viene chiesto al medico 118 di garantire contemporaneamente l'emergenza territoriale e l'assistenza ospedaliera in Pronto Soccorso. In questo modo il sistema non potrà funzionare, i ritardi sul territorio sono evidenti e i tempi nel soccorso sarebbero inevitabilmente lunghi, in particolare modo nelle patologie tempo-dipendenti (infarto, ictus ecc..), con gravi conseguenze in termini di postumi invalidanti e di mortalità.
"Non solo - aggiunge - non dimentichiamo che solo grazie alla dedizione e all'impegno dei medici 118 in molti Punti di Pronto Intervento (PPI) non si è proceduto alla loro chiusura, vedi il PPI di Cingoli. Vogliamo parlare degli Ospedali per le Cure Intermedie o Case della Salute? Chi pensate gestisca in emergenza-urgenza i pazienti ricoverati nelle strutture? Ancora una volta i medici 118".
"Noi siamo vicini ai cittadini - continua Fini - per questa ragione chiederemo un incontro con il Presidente del Tribunale per i diritti del malato, per presentare la dovuta documentazione che dimostra come stanno realmente le cose nella nostra regione".
Dura la dirigente nazionale dello Smi, Mirella Triozzi, che sottolinea come, “ il medico del 118 diventi l’alibi dei disservizi della regione Marche. E siccome il sistema non può funzionare è assurdo che la colpa non ricada su chi ha predisposto una simile organizzazione (...prendi due paghi uno!) ma si scarichi sul medico stesso. La verità è che in nome di un presunto risparmio si penalizza il cittadino nascondendo la responsabilità politica di scelte scellerate".
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18/11/2016
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