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Il genio di Rossini tra musica e cucina

San Benedetto del Tronto | Forse non tutti sanno che il compositore pesarese Gioacchino Rossini, oltre a essere stato un grande artista nel campo musicale, fu anche uno dei maggiori esperti di culinaria.

di Elvira Apone

un ritratto di Giocchino Rossini


“Non conosco un’occupazione migliore del mangiare, cioè, del mangiare veramente. L'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore. Lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni”. 

È con queste parole che il compositore pesarese Gioacchino Rossini ha espresso il proprio amore per la cucina e per il buon cibo. Non tutti sanno, infatti, che, oltre a essere stato un grande artista nel campo musicale, per il quale è a tutti noto, Rossini fu anche uno dei maggiori esperti di culinaria.

I suoi biografi raccontano che in cima alla sua scala di valori ci fossero proprio i maccheroni, che amava cucinare di persona e che, quando viveva a Parigi, si faceva mandare direttamente da Napoli. Sembra che confessò d'aver pianto solo tre volte nella vita: quando gli fischiarono la sua prima opera, quando sentì suonare Paganini e quando, durante una gita in barca, gli cadde in acqua un tacchino farcito ai tartufi. Persino il tartufo, infatti, non doveva mancare nella sua dieta, con cui spesso condiva anche la pasta e l’insalata.

 

Durante il suo periodo parigino, Rossini conobbe Marie-Antonin Carême, uno dei più grandi cuochi della storia, con cui nacque un rapporto di stima e di amicizia. Fu lo stesso Carême a riconoscere che nessuno meglio di Rossini fosse in grado di capire la sua cucina. Si narra addirittura di uno scambio reciproco, per così dire, di “opere d’arte”: una volta il celebre cuoco inviò a Rossini un pasticcio di fagiano ai tartufi al quale il compositore rispose con un brano musicale a lui dedicato. In cucina, comunque, il musicista si dilettava anche a inventare e sperimentare ricette nuove, passate alla storia con il suo nome, come, per esempio, i maccheroni alla Rossini, di cui si è tramandata la ricetta scritta nel 1866 sotto sua dettatura. Si tratta di un piatto assai originale composto di diversi strati di maccheroni conditi con una salsa fatta di funghi, tartufi, prosciutto, parmigiano, burro, brodo, panna, spezie e champagne, poi gratinati. Un’altra sua celebre ricetta sono i tournedos alla Rossini, medaglioni di filetto arricchiti con fois gras, tartufo e innaffiati con vino di Madeira. Il nome di questa specialità pare sia legato a un divertente aneddoto: per evitare che i commensali scoprissero il segreto della sua preparazione, il maggiordomo di Rossini fu costretto a “tourner le dos”, cioè a girare loro le spalle. Questo piatto, però, era, in realtà, stato inventato da Carême, seppure sotto l’attenta supervisione di Rossini. E non possiamo dimenticare la torta Guglielmo Tell, dal nome di uno dei suoi capolavori musicali, una torta di pasta frolla decorata con mele e caramello. Il musicista era, inoltre, esperto bevitore di vini, nella cui scelta sembra che fosse estremamente esigente. Presso la Biblioteca Laurenziana Medicea di Firenze è custodito persino un menù, redatto dallo stesso compositore, particolarmente interessante per l'acuto abbinamento dei vini ai piatti.

 

E fu proprio con il Guglielmo Tell che Rossini terminò la sua prolifica carriera di operista, ritirandosi a vita privata e scrivendo prevalentemente per sé e per gli amici brani di musica da camera, sonate e composizioni per pianoforte. Grazie al suo straordinario talento e alla sua personalità poliedrica e vivace, il compositore marchigiano è riuscito a ottenere risultati eccezionali sia nella musica, caratterizzata da uno stile originale e brillante e da una fresca invenzione melodica, sia in cucina, dove ha rivelato altrettanto estro, passione e creatività.

E a proposito di lui, proprio nella prefazione alla sua “Vita di Rossini”, lo scrittore francese Stendhal ha scritto: “Lo invidio più di chiunque abbia vinto il primo premio in denaro alla lotteria della natura... A differenza di quello, egli ha vinto un nome imperituro, il genio e, soprattutto, la felicità.”

 

07/04/2016





        
  



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