Il Teatro di Plauto a San Benedetto del Tronto
San Benedetto del Tronto | Il Cartaginese e il Persiano è stata presentata al pubblico sambenedettese martedì 21 luglio sul palco allestito in piazza Bice Piacentini, in occasione dei festeggiamenti per la festa della Madonna della Marina
di Elvira Apone

Durante gli anni '60 e '70 del secolo scorso, nella necropoli dell'isola di Lipari, furono rinvenute numerose maschere e statuette di terracotta raffiguranti danzatori, attori, giocolieri, tutte legate, insomma, al mondo teatrale e risalenti al periodo precedente alla distruzione di Lipari da parte dei Romani, avvenuta nel 252 a. C.
Si tratta di una produzione connessa al culto greco dei defunti e all'adorazione del dio Dioniso nelle sue molteplici forme, compresa, quindi, quella di dio del teatro, ma anche di una fondamentale testimonianza dei costumi di scena relativi al periodo cha va dal IV alla metà del III secolo a. C.
È sulla base di questo affascinante ritrovamento che Giancarlo Santelli, della compagnia teatrale FONDAMENTA, ha ricreato le maschere che i quattro attori della compagnia indossano nelle rappresentazioni delle due commedie di Plauto, ambientate in Grecia, che stanno portando in scena durante la loro attuale tournée teatrale: Il Cartaginese e il Persiano.
Proprio quest'ultima è stata presentata al pubblico sambenedettese martedì 21 luglio sul palco allestito in piazza Bice Piacentini, in occasione dei festeggiamenti per la festa della Madonna della Marina. Questa piccola compagnia teatrale, infatti, vuole riproporre il teatro comico antico, cercando, da un lato, di recuperare la sua dimensione originaria, basata su intrecci, su situazioni grottesche e a volte paradossali, su scambi verbali e su personaggi tipici di una società multiforme, fatta di uomini liberi, di schiavi, di schiavi affrancati, di cortigiane, di lenoni, di parassiti, di avari e così via, dall'altro, trasmettendo messaggi che hanno valicato i confini temporali e si rivelano ancora attuali.
Una comicità disincantata, dunque, ma non superficiale; una vis comica potente ed energica in grado di travolgere il pubblico, di interloquire con esso, ma anche di farlo riflettere su temi che, sotto una patina ironica e quasi surreale, nascondono un'amara consapevolezza dei mali del mondo.
Il parassita, che approfitta di ogni invito a tavola per riempirsi la pancia, il lenone, accecato dalla propria avidità, lo schiavo affrancato innamorato di una cortigiana sono alcuni dei personaggi della commedia "Il Persiano", universali nella loro caratteristica tipicità e abilmente resi dalla suggestiva e accattivante interpretazione dei quattro attori della compagnia Fondamenta, diretta da Giancarlo Sammartano.
Uno spettacolo per gli occhi, attratti da una scenografia essenziale ma coloratissima, oltre che dalla forte carica espressiva delle maschere, per la mente, tesa a rintracciare in ogni dialogo, in ogni monologo, in ogni azione elementi e caratteristiche sorprendentemente vicini alla nostra quotidianità, e per il cuore, allietato da un divertimento puro e genuino.
L'uso delle maschere, per me novità assoluta, ha aggiunto alla rappresentazione un'aurea di magica enigmaticità, confermando, inoltre, l'abilità recitativa degli attori: credo, infatti, che sia molto più impegnativo recitare con il volto coperto da una maschera, affidando, quindi, non alla mimica facciale, ma soltanto al tono di voce e ai gesti (che devono, in questo caso, essere ben definiti e marcati senza scadere, però, nell'esagerazione), tutto il pathos sprigionato dall'interpretazione del ruolo.
Non dimentichiamo, inoltre, che ciascun attore recitava più di una parte riuscendo, con facilità e naturalezza, a calarsi in personaggi assai diversi tra loro, compresi quelli femminili.
Un'esperienza, quindi, deliziosa e ricca di contenuti quella che, grazie al patrocinio del comune, ci è stata offerta dalla compagnia Fondamenta, che, amministrazione comunale permettendo, mi auguro di rivedere presto a San Benedetto del Tronto nella rappresentazione di "Il Cartaginese", l'altra commedia plautina del suo repertorio, una sorta di secondo atto di un'avventura artistica animata dall'amore per il teatro nella sua accezione più autentica e sincera.
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30/07/2015
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