Marche: Immigrazione e integrazione 2013
Ancona | Il panorama migratorio nella regione.

Il palazzo della Regione Marche, ad Ancona
Il dato della crescita della popolazione straniera si spiega principalmente grazie alle nuove nascite e ai ricongiungimenti familiari che continuano a plasmare il movimento migratorio in direzione della regione. Tale incremento è determinato dalla combinazione del tasso di crescita naturale (16,3 per mille) e dei due tassi migratori che riguardano gli immigrati, quello interno (negativo: -5,4 per mille) e quello con l'estero (positivo: 53 per mille), quest'ultimo leggermente inferiore a quello registrato nel 2011 (55,7 per mille). Del resto, è significativo che ben il 18,5% dei nati in regione durante l'anno siano stranieri (la media nazionale è del 15%).
La distribuzione territoriale degli stranieri residenti in regione mostra una modesta prevalenza della provincia di Ancona, nella quale se ne concentra il 30,6% (quasi 43mila individui, di cui oltre un quarto - quasi 11.400, pari al 26,6% - nel Comune capoluogo). Seguono le province di Macerata (24% del totale regionale) e Pesaro e Urbino (23,6%), mentre Fermo e Ascoli Piceno ne ospitano di meno (rispettivamente l'11,9% e il 9,8%).
Al 2012, le collettività più numerose tra i non comunitari sono l'albanese (poco più di 22mila individui, il 17,5% di tutti i soggiornanti), la marocchina (circa 15.500, il 12,4%) e la cinese (14.300, l'11,3%). Tuttavia i dati Istat sui residenti (comprensivi anche dei comunitari) al 1° gennaio 2011 indicano la nazionalità romena come quella prevalente a tale data.
Per quanto invece riguarda il percorso di integrazione degli stranieri residenti nella Regione, secondo il IX Rapporto Cnel sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia (Roma, luglio 2013) le Marche possiedono il 6° più alto potenziale di integrazione tra tutte le regioni italiane, in virtù di un indice di 60,1 su scala da 1 a 100 che le colloca nella fascia alta. Dei due indici che concorrono a determinare questo potenziale complessivo, è significativo che sia quello di inserimento sociale degli immigrati (61,6) a contribuirvi maggiormente in termini positivi, sia pur di poco, dato che l'indice di inserimento lavorativo si attesta a un valore lievemente inferiore (58,7) a causa di aspetti più problematici che lo riguardano e che ne tengono più basso il livello. È da segnalare che, tra tutte le province italiane, è la marchigiana Macerata a detenere il più alto potenziale di integrazione (indice di 66,4) e che Pesaro Urbino (63,3) segue a breve distanza (13a).
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13/11/2013
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