Sgarbi passa alle querele: "Capiremo in tribunale le ragioni dell'accanimento di Ciccanti e Pompei""
San Benedetto del Tronto | L'ex sindaco di Salemi ribadisce il "depensanti" rivolto agli "sfaccendati esponenti della politica locale"e replica all'onorevole Udc: "Senza i voti di Cuffaro non sarebbe in Parlamento. Io nominato Marchigiano dell'anno in Campidoglio"

Vittorio Sgarbi
Riceviamo e pubblichiamo la replica di Vittorio Sgarbi alle parole di Gianluca Pompei (Pd), Amedeo Ciccanti (Udc) e Loredana Emili (Pd) che avevano espresso la loro perplessità in merito alla visita dell'ex sindaco di Salemi a San Benedetto.
"Andiamo con ordine. Gli unici i cui nomi sono stati accostati a mafiosi di fama internazionale, sono esponenti dell'Udc, come Ciccanti e il suo leader Casini, vicini e dello stesso partito di Totò Cuffaro, condannato e arrestato per mafia e al quale Casini ha sempre confermato la sua stima.
Senza i voti di Cuffaro, Ciccanti non sarebbe in Parlamento. Ma non essendo in grado di capire neanche quello che è accaduto a lui, Ciccanti delira, e avanza allegramente con affermazioni prive di ogni fondamento".
"Dopo aver preso caffè, cappuccini, nocini, e mangiato spaghetti e agnelli con Cuffaro, il modesto e inconsapevole senatore, nominato e non eletto, fa riferimento a frequentazioni con esponenti della mafia che non sono mai esistite, dal momento che nessun esponente politico, come nessun consigliere o amministratore, è stato indagato per mafia a Salemi. Neppure l'esponente dell'Udc Pino Giammarinaro (che, diversamente da Cuffaro, non ha mai avuto condanne per mafia), amico, come Ciccanti, di Casini e Cuffaro, il quale ha presentato proprio le liste dell'Udc a sostegno della mia candidatura a sindaco".
"Il Consiglio comunale di Salemi è stato sciolto senza alcun collegamento ad inchieste giudiziarie di cui qualcuno debba discolparsi, e in seguito a minacce che hanno determinato il provvedimento, a mia tutela.
Abituato a parlare in libertà di cose che non conosce, il Ciccanti risponderà in tribunale delle sue affermazioni diffamatorie. Ho dato mandato al mio avvocato, che ben conosce le questioni salemitane, di querelarlo, con l'amarezza di vedere la politica nazionale così svilita, e senza che le frequenti visite in carcere a Totò Cuffaro di Pier Ferdinando Casini abbiano in alcun modo fatto riflettere, prima di dire disinformate sciocchezze, il povero Ciccanti".
"Accolgo anche l'invito di querelare tale Pompei che straparla di questioni che evidentemente non capisce riferendosi a mie «parole intimidatorie e vigliacche»
Che egli, come altri esponenti del partito, sia depensante, è dimostrato dalle sue stesse argomentazioni: continua a insultarmi senza fondamento logico".
"Io non voglio andare a San Benedetto, né per ragioni politiche né turistiche. Sono andato a San Benedetto, come vado in tante città, come scrittore e come critico, a presentare libri, per ragioni dunque professionali, né turistiche né politiche, incomprensibili a chi, come Pompei, non ha mai lavorato".
"Rivendico il piacere di battute, non avendo neppure lontanamente immaginato di turbare la politica locale che si è mostrata, visti gli argomenti o i pretesti, rappresentata da nullafacenti o perditempo; e continuo a non capire l'ostilità contro i clochard (certamente più utili di Ciccanti alla società), il riferimento innocuo ai quali dovrebbe indurmi a scusarmi".
"Aggiungo che le vicende di Salemi, città nella quale ho operato con grande impegno, come è dimostrato da una straordinaria pubblicistica, non hanno, nonostante le preoccupazioni di Ciccanti, in alcun modo limitato le mie occasioni politiche (nella totale mancanza di elementi riferibili a mie responsabilità sia politiche, essendo tra l'altro io sostenuto da una maggioranza Udc, sia giudiziarie)".
"Finita l'esperienza di Salemi io sono stato, a dispetto di Ciccanti ed Emili, nominato in Campidoglio «Marchigiano dell'anno», nominato assessore alla Rivoluzione a Baldissero d'Alba, e ho, su richiesta del Presidente della Repubblica, curato la grande mostra del Tintoretto, alle Scuderie del Quirinale. Oltre ad aver avuto centinaia di incontri culturali in tutta Italia e all'estero, con ottimi risultati e senza inutili polemiche".
"Spero di capire in tribunale le ragioni dell'accanimento dei due sfaccendati esponenti della politica locale sanbenedettese".
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04/09/2012
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