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Allarme povertà

San Benedetto del Tronto | Lo denuncia il Presidente del Comitato di Quartiere Porto D' Ascoli Centro. Il problema, sempre più imperante, sarà oggetto di discussione di uno dei prossimi Consigli Direttivi

Elio Core dei comitati di quartiere (foto Milandri)

E'veramente allarme povertà. Nel Comitato di Quartiere di Porto D'Ascoli Centro giungono spesso richieste di aiuto di cittadini in difficoltà per le più elementari esigenze di vita.
Acquistare un chilo di pasta o 100 grammi di mortadella è diventato ormai impossibile per alcuni.
Visitando il Quartiere vengo raggiunto da pensionati o famiglie disagiate che mi chiedono di intervenire presso le locali Istituzioni per un aiuto di una casa in affitto o qualche sussidio. Nei loro volti smarriti e pensierosi sono stampati i segni della sofferenza, spenti da ansie e preoccupazioni per dover ottemperare al pagamento dell'affitto o di un mutuo bancario.

 Ho cercato di rappresentare la situazione del mio Quartiere, scevro da condizionamenti, con stupore e rammarico, perché giammai avrei potuto immaginare e constatare situazioni così disagiate. Personalmente ho chiesto loro il perché della mancata richiesta di aiuto. La risposta data di sovente è stata la seguente: non abbiamo il coraggio, dobbiamo farcela, anche noi abbiamo la nostra dignità, non vogliamo chiedere niente ad alcuno, neanche ai nostri figli perché siamo certi della loro medesima condizione.

Dunque che fare in questa società multimediale più attenta ai pareggi di bilanci che alle precarietà sociali della persona? Una società che pone sopra ogni cosa il "dio denaro,"come metro esclusivo di riferimento nella scala dei valori umani, è senza dubbio una società povera spiritualmente, una società senza pietà che, pur di perseguire i profitti, crea miseria umana, condizioni disagiate, annientando le coscienze umane e soffocando i più elementari principi di democrazia.


Questa precarietà sociale è principalmente precarietà di valori di riferimento, di mancanza di fiducia in noi stessi, di smarrimento del nostro profondo" io" di fronte alla realtà del vivere quotidiano e al mistero dell'universo.
Fermiamoci per un attimo in questa folle corsa, riflettiamo, cerchiamo di capire le nostre origini e dopo aver riacquistato i valori fondanti del perché della nostra esistenza, rigenerati nello spirito e nell'animo, ricominciamo il nostro cammino verso l'ignoto a noi mortali sconosciuto. Ho voluto occuparmi di questo problema all'interno del mio Quartiere perché mosso dallo spirito di solidarietà e di umana comprensione verso le persone che soffrono. Ebbene, avanti con la speranza e con la positività dell'agire quotidiano. Avanti con innovativi modi di pensare in una società che necessita di nuove e condivise regole.


Riappropriamoci del sorriso collettivo immaginando una società fondata sulla solidarietà umana, un mondo diverso ove ognuno trovi la giusta collocazione per vivere degnamente, per lavorare, per amare, per capire se stessi e gli altri, per sconfiggere la povertà, questa disumana condizione che attanaglia ed umilia le persone, ree soltanto di essere socialmente più deboli e meno fortunate, per progredire nel rispetto di tutti in una società più dimensionata a misura di uomo. Proviamo a ritrovare noi stessi in questo profondo smarrimento sociale e di esistenza umana. Non perdiamo la fiducia, essa deve divenire spinta propulsiva per un generale rinnovamento che attraversa gli strati profondi della società.

 Il problema della povertà che si accentua giornalmente sarà oggetto di discussione in uno dei prossimi consigli Direttivi del Comitato di Quartiere perché ritengo che lo stesso si debba occupare non solo di marciapiedi dissestati o lampade non funzionanti, ma di tutti i problemi e i disagi che toccano questa Comunità. Mi scuso con i lettori, ma avvertivo, da uomo libero e dal profondo del mio animo, la necessità di esternare e rappresentare sia pure sommariamente, attraverso crude realtà e miserie umane che indignano, situazioni francamente inaccettabili per colpa del nostro umano agire. Interveniamo prima che sia troppo tardi, prima che la società civile subisca fratture e ferite insanabili. Presidente Elio Core

 

 

 

30/04/2012





        
  



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