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"I cavalieri della favola gioconda" del Teatro Verde di Roma in scena a Grottammare

Grottammare | Conversazione con Andrea Calabretta, autore e attore della storica compagnia romana di teatro per bambini.

di Alfonsi Valentina

Gli interpreti di "I cavalieri della favola gioconda"

«Pensiamo all'infanzia non come a una categoria dell'età ma dell'anima» spiega Andrea Calabretta, attore della compagnia romana Teatro Verde, impegnata da decenni nella produzione di teatro per un pubblico di bambini, ragazzi e famiglie.

Domenica 16 gennaio gli artisti di Teatro Verde hanno messo in scena al Teatro delle Energie di Grottammare lo spettacolo "I cavalieri della favola gioconda": molto applauditi da una platea affollata di spettatori di tutte le età gli attori Andrea Calabretta (anche autore del testo), Gabriele Tuccimei, Gianni Bernardini e Martina Klier.

«Teatro Verde è una compagnia molto antica, attiva già nel 1947 e rifondata poi negli anni '70. Fondamentale è stata l'opera di Maria Signorelli, scultrice, scenografa e creatrice di burattini: una grandissima artista di fama internazionale - più internazionale che nazionale, a dire il vero - conoscitrice del Futurismo e delle avanguardie storiche del primo '900, amica di Luigi Pirandello, collaboratrice di numerosi intellettuali del suo periodo» racconta l'attore «Dal 1986 la nostra compagnia gestisce inoltre l'omonimo teatro a Roma con stagioni teatrali che vanno da ottobre a maggio.»

"I cavalieri della favola gioconda" nasce nel 1999: il protagonista è uno stralunato Artù impegnato in prove di coraggio che non coinvolgono lotte o duelli ma stimolano la capacità di comprendere gli altri, di conoscere prima di giudicare e di risolvere pacificamente i conflitti.

«È uno spettacolo piuttosto vecchio, della formazione iniziale sono rimasto solo io, ma anche Gabriele Tuccimei lo porta in scena già da 10 anni. Al testo abbiamo apportato tante piccole variazioni nel corso degli anni. Cerchiamo in modo scanzonato di trasmettere contenuti, di favorire la riflessione su temi importanti senza però fare la morale o indicare a priori qual è la cosa giusta: vogliamo piuttosto mettere i bambini di fronte a una situazione problematica da affrontare insieme al protagonista» continua Andrea.

La musica ha un ruolo di primo piano nella rappresentazione di un testo fatto di dialoghi e canzoni che interagiscono con scenografie, costumi e pupazzi animati e coinvolgono direttamente i bambini nell'azione: «Le musiche sono di Fabio Gionfrida, è meraviglioso lavorare con lui perché non ci dà semplicemente un pezzo da ascoltare ma brani da utilizzare che diventano veri strumenti di messa in scena. Anche le scelte strumentali sono importanti, per trovare il modo migliore di accompagnare il senso drammaturgico della storia e creare una coerenza interna al racconto.
I disegni dei fondali sono di Lorenzo Terranera, un illustratore bravissimo, tra l'altro autore delle scenografie e delle animazioni per la trasmissione "Ballarò"; i costumi - nel caso dei "Cavalieri" è difficile distinguere tra personaggi d'attore e pupazzi animati - sono invece di Alessandra Ricci, collaboratrice dello scenografo Alessandro Chiti. La regia, infine, è di Michela Zaccaria

Cosa vuol dire per un attore recitare di fronte a un pubblico di bambini?
«È più difficile, o forse più facile. In realtà però lo specifico è nel testo e non nel pubblico, che peraltro noi pensiamo come eterogeneo, non composto esclusivamente da bambini: ogni testo richiede il proprio tipo di recitazione e su questo lavoriamo moltissimo. Da un punto di vista più tecnico, cerchiamo certamente di tenere una recitazione molto pulita, senza eccessi leziosi.
La difficoltà maggiore nel rivolgersi ad una platea di giovanissimi più che nella recitazione sta nella scrittura: la soglia di attenzione dei piccoli è più bassa, perciò se in un testo per adulti può bastarti una sola buona idea, in uno spettacolo per bambini te ne servono molte di più perché hai bisogno di rilanciare il ritmo ogni pochi minuti.
Questo spettacolo in particolare, "I cavalieri", ha un impatto molto immediato rispetto ad altri che sono più "di figura", è il cosiddetto "spaccamontagne": possiamo rappresentarlo ovunque, in piazza o a teatro, la presa sul pubblico è sempre molto buona. La cosa bella del teatro per ragazzi è vederlo diventare, col tempo, un teatro di repertorio e ci aspettiamo un giorno di veder tornare come genitore qualche piccolo spettatore del passato.»

Malgrado l'entusiasmo e la professionalità, fare in Italia un teatro che sia «occasione di crescita per bambini e adulti insieme» diventa sempre più difficile, «si dimentica spesso che questo settore crea un indotto economico non indifferente, moltissime persone vi lavorano, perlopiù al minimo sindacale.» Andrea Calabretta ringrazia Marco Renzi, direttore artistico di Eventi Culturali, la compagnia di Porto Sant'Elpidio curatrice di "A tutta velocità", la rassegna di teatro per bambini, scuole e famiglie in dodici comuni delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Grottammare aderisce con gli appuntamenti di "Oh che bel castello", la stagione rivolta ai più giovani che proseguirà il 6 febbraio con "Pippi Calzelunghe" della Fondazione Aida di Verona e il 20 febbraio con "Attenti al lupo" di Teatri Comunicanti/Eventi Culturali. 

Il 27 marzo, in occasione della Giornata mondiale del teatro, è indetta una giornata di protesta nazionale del teatro per ragazzi italiano, contro i tagli alle attività teatrali e a favore di una maggiore presenza del teatro nelle attività formative delle scuole.

17/01/2011





        
  



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