"Un problema invasivo, e disarmante è stato il disinteresse degli enti, dalla Regione alla Provincia fino all'amministrazione comunale". Con queste parole Pietro D'Angelo, direttore della Riserva Sentina, diffonde in mattinata insieme a Giuseppe Marcucci i risultati dello studio svolto dall'Arpam - illustrati dal direttore Enrico Corradetti - rispetto alle cause e alle possibili soluzioni del problema che ha reso sgradevole transitare nel tratto sud della sopraelevata negli ultimi cinque anni.

L'odore a tratti nauseante soprattutto nel periodo estivo sarà a breve un lontano ricordo, e la zona tra la Sentina e il depuratore riprenderà a respirare. Dallo studio, commissionato nel 2008 dall'ente della Riserva all'Arpam - come approfondimento extra rispetto alle sue prestazioni istituzionali, e che è costato 5.000 € - ha dimostrato come la causa degli odori fossero i reflui delle coltivazioni di vegetali. La legge regionale del 2005 relativa al piano di tutela ambientale libera le aziende dalla consuetudine di far stanziare nelle vasche di deposito i residui, dove hanno il tempo di fermentare - come pure durante il trasporto e poi nel depuratore. Sulla norma si fondano le direttive suggerite dall'ARPAM con tutta la sua autorevolezza, e le giacenze verranno scaricate direttamente nella rete fognaria - stante la possibilità di accoglienza del depuratore - prima che possano iniziare il processo di fermentazione.

D'aiuto è stata anche la norma prevista nel piano regionale delle acque entrata in vigore a febbraio che consente lo scarico diretto a fronte di uno studio dei rischi, che in questo caso verterà sull'eventualità del riproporsi dei cattivi odori. Le aziende si sono adeguate alla raccomandazione con il beneficio che è sotto il naso di tutti. Stesso dicasi per i fondi del depuratore, colpevoli di male odorare a causa di una pulizia quotidiana ridotta ad una volta al giorno. L'ARPAM propone una pulizia continua e l'eliminazione della prassi di bay passare il fiume, che prevede di riversare il surplus di deposito direttamente nel corso d'acqua: questa pratica verrà circoscritta solo ai giorni di grandi piogge, e considerando il sopra - dimensionionamento del depuratore - che potrebbe servire le esigenze di una popolazione di 185.000 abitanti a fronte dei 65.000 reali - dovrebbe bastare per tenere il fiume pulito.

"Spediremo i risultati al CIP e alla Provincia, affinchè il prestigio riconosciuto all'Arpam ci aiuti a far prendere posizione agli enti, che non si sono preoccupati minimamente del problema dei cattivi odori. Non abbiamo diffuso i risultati prima solo per non essere tacciati di essere i soliti irresponsabili, causando un danno alla stagione estiva" dice Pietro D'Angelo. Marcucci aggiunge: "Gli enti trattano la Sentina, ente preposto alla tutela delle acque e dell'aria, come se fosse una zona liminale della città, e non una preziosa fonte per l'ambizione turistica e ambientale di San Benedetto". Un tesoro di confine lasciato a se stesso, perché si sa, nessuno è profeta in patria.