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La proposta dell'Ambito XX, un vero danno sociale

Porto Sant'Elpidio | "Abbassare i lvelli qualitativi per contenere le spese", questo il provvedimento che in un periodo di crisi aumenterà i disagi ai cittadini più svantaggiati.

di Licia Canigola

foto d'archivio

La legge di stabilità approvata alla Camera riduce drasticamente gli stanziamenti del Fondo per le politiche il Fondo per le politiche della famiglia sul quale il centro destra ha sempre concentrato la propria campagna elettorale. Sono stati azzerati il fondo per i servizi all'infanzia, quello per la non autosufficienza e, dal 2009, continua a restare senza risorse anche il fondo per l'inclusione dei minori immigrati.

L'insieme di queste manovre avranno impatti drammatici sul sistema degli interventi di carattere sociale e socio-sanitario presenti nel nostro territorio. Sistema che oggi fornisce una serie di risposte ai bisogni sociali di minori, famiglie, persone in difficoltà, anziani, disabili, e soprattutto alla platea di persone in estrema povertà a seguito degli effetti della crisi economica.

È vero che siamo in una fase dove le risorse per scelte politiche neoliberiste sono limitate e quelle trasferite dallo Stato agli Enti Locali sono sempre meno, ma è altrettanto vero che i Comuni rappresentano l'istituzione più vicina ai cittadini e questi dovrebbero farsi carico di dare risposte ai loro bisogni, a partire da quelli dei cittadini più fragili e famiglie più deboli a rischio di implosione. In una fase di crisi come quella che stiamo attraversando, tagliare, privatizzare e chiudere i servizi, appare come un accanimento verso le fasce più vulnerabili che sono a rischio di emarginazione sociale.

Proprio in virtù di tale riflessione ritengo assolutamente azzardata e politicamente sbagliata la proposta avanzata dal comitato politico tecnico dell'ambito XX presieduto dal Sindaco Andrenacci nonché Presidente ANCI, che, come apprendo dai giornali, fa calare la scure sulla testa di chi non solo in questo territorio vive una condizione di grave disagio, anziani non autosufficienti, minori e disabili, ma anche su chi eroga e svolge servizi ossia sulle Cooperative e sugli Operatori che hanno già stipendi quasi da fame e fanno fatica ad andare avanti.

Ma io mi chiedo, come si fa a chiedere alla Regione Marche ed alle Comunità che accolgono minori che vengono sottratti alle famiglie molto disagiate di "abbassare i livelli qualitativi degli interventi per contenere al massimo la spesa"? Come si fa a dire ad un bambino, ad un ragazzo, che oltre a non meritare una famiglia non merita neanche una Comunità attenta ai suoi bisogni? Eppure sono tantissimi i casi di degenerazione del servizio educativo che vediamo in televisione ormai quotidianamente(gli asili nido) determinati dalla mancaza di risorse finanziare e risorse umane adeguatamente formate oltree che da insensibilità.

Io che lavoro nel sociale ormai da 27 anni sento profondamente la fatica l'indignazione e la mortificazione di chi in questa società purtroppo è meno fortunato; di chi lavora a vari livelli e con vari ruoli in questo settore, impotenti e senza la possibilità di essere incisivi, ed in tutta franchezza penso che non siano queste le premesse per costruire 'un paese capace di futuro' con un nuovo modello di sviluppo, alternativo a quello neoliberista, fondato sui diritti, l'ambiente, la pace.

Chiudo il mio intervento augurandomi che ora a prendere la parola siano gli Operatori del settore, le Famiglie dei disabili, le Associazioni di categoria,la lega Cooperative e i sindacati perchè se passasse questa scelta si aprirebbe uno scenario che andrebbe ben oltre il nostro territorio, varcherebbe senz'altro i confini regionali creando un danno sociale e culturale senza fine: possiamo evitare che questo accada, facendo un passo indietro.

27/11/2010





        
  



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