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Mr. Forest, “ridere per ridere”

Grottammare | Intervista a Mr. Forest, ospite di Cabaret amoremio

di Redazione

Il Mago Forest e la Mabò Band sul palco

Ospite della seconda serata di Cabaret amoremio, il Mago Forest - impegnatissimo con le prove pomeridiane dello show - ci regala un pò del suo tempo per un'intervista.

Cosa ne pensi di Cabaret amoremio e dei concorsi per cabarettisti?
Ne penso benissimo, nella vita - e chiaramente anche nella vita professionale di un comico - ci sono tante tappe ed è giusto affrontarle tutte.
Io ho partecipato a Cabaret amoremio nel '99, e se pensiamo che spesso i festival hanno vita breve, il lavoro fatto in ben 26 anni dal festival di Grottammare è ancora più importante e onorevole: noi comici dobbiamo davvero ringraziare con calore.
Anzi, no! Penso proprio che sarebbe ora di smetterla con Cabaret amoremio: considerando tutti i bravi comici che sono usciti da qui, inizia ad esserci davvero troppa concorrenza!

In questi giorni, con gli autori e i presentatori, si è parlato dei diversi tipi di comicità: surreale, verbale, fisica, mimica. Quale genere di comicità preferisci come comico ma anche come spettatore?
È difficile per me dare una definizione della comicità che faccio io: un comico non può parlare di se stesso e della propria comicità, così come un cactus non può parlare di botanica.
Il mio stile viene identificato spesso come "surreale", è un po' spiazzante: a me piace la risata libera, il "ridere per ridere", che era anche il titolo di un film di John Landis.
È meglio non mettere etichette, bisogna solo cercare di dare il massimo, tenendo conto di ciò che è nelle proprie corde; è quello che diceva anche Fellini, bisogna far ridere seguendo ciò che ci è più congeniale, senza forzature: è meglio non fingere di essere un altro.
È vero che il comico recita indossando una maschera ma è altrettanto vero che poi il pubblico sa percepire ciò che c'è dietro quella maschera.

Cosa puoi dirci della tua esperienza con la Gialappa's Band?
Per i comici il contesto è tutto: io ho avuto la fortuna di lavorare con Renzo Arbore, col gruppo di Zelig e anche con i Gialappi, tre spalle che non augurerei ai miei migliori nemici!
Sono tre spalle straordinarie, che sanno veramente tirare fuori il massimo da un comico. Lavorare con loro è stata davvero una grande fortuna, ci lavorerei per tutta la vita.

08/08/2010





        
  



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