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Tentano di estorcere denaro a un carrozziere: tre arresti e due denunce

Acquaviva Picena | Neroni Giovanni, latitante sambenedettese, insieme ai suoi complici aveva prima picchiato la vittima e poi incendiato la sua auto. I malviventi sono stati rintracciati tramite le intercettazioni e gli spostamenti delle mogli.

Il latitante Neroni Giovanni

Nella notte dell'otto aprile scorso, il personale del Commissariato di San Benedetto del Tronto interveniva in una contrada periferica di Acquaviva Picena (AP) dove il titolare di una officina/carrozzeria, indicava agli operatori una autovettura in fiamme, parcheggiata nella sua area di lavoro.

Mentre i Vigili del Fuoco domavano l'incendio, gli operatori sequestravano una bottiglia "molotov" posta in bella vista nei pressi del cancello pedonale dell'abitazione soprastante l'officina e occupata dal carrozziere e dalla sua famiglia.

La vittima riferiva di avere forti sospetti che l'autore dell'incendio e della minaccia si potesse identificare in tale Neroni Giovanni, classe 1964 nativo di San Benedetto del Tronto, pregiudicato, e in un cittadino albanese a lui sconosciuto.

Il Neroni, difatti, alcuni giorni prima, si era presentato presso l'officina della parte offesa, accompagnato dall'albanese, per chiedergli un prestito di alcune migliaia di euro, giustificando il bisogno di denaro con il suo stato di latitanza in quanto destinatario di un ordine di custodia cautelare emesso dalla Procura di Teramo.

Il rifiuto opposto dal carrozziere provocava la reazione violenta dello straniero in compagnia del Neroni, che lo aggrediva colpendolo a pugni.
Subito dopo gli aggressori fuggivano a bordo di un'autovettura parcheggiata nel piazzale, alla guida della quale c'era un'altra persona in attesa.

Le indagini immediatamente avviate in collaborazione tra la Squadra Mobile ed il Commissariato di San Benedetto del Tronto, anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche, consentivano innanzitutto di rintracciare e trarre in arresto, in data 1.5.2010, il citato Neroni Giovanni, effettivamente destinatario di una misura cautelare restrittiva emessa dal GIP del Tribunale di Teramo per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e falso.

In particolare, alla cattura del latitante, che si nascondeva in un casolare di campagna di Ripatransone, si arrivava seguendo gli spostamenti della moglie.

Le medesime attività investigative, inoltre, consentivano di raccogliere precisi elementi di responsabilità in ordine ai fatti denunciati dal Viviani, oltre che a carico del Neroni, anche a carico di due cittadini albanesi entrambi pregiudicati: Pepa Vilson classe 1984, autore materiale dell'aggressione ai danni del denunciante, con gravi precedenti penali alle spalle tra cui un tentato omicidio, e K. E. classe 1984, autista del mezzo utilizzato per la fuga.

Nell'ambito della medesima indagine, infine, venivano indagati anche Tanzi Loris, classe 1972 di San Benedetto del Tronto, titolare dell'Hotel Duca degli Acquaviva, e G. F. A., classe 1953 di San Benedetto del Tronto, emersi quali favoreggiatori del Neroni nel periodo della sua latitanza.

In particolare G.F.A. è proprietario del casolare dove si nascondeva Neroni, mentre Tanzi attendeva alle esigenze quotidiane del latitante.

Alla luce degli elementi raccolti, il Gip del locale Tribunale ha emesso tre misure cautelari nei confronti di Neroni Giovanni, Pepa Vilson e Tanzi Loris. I primi due, destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono indagati per i reati di tentata estorsione, incendio e lesioni, insieme all'albanese K.E., mentre il terzo, destinatario della misura degli arresti domiciliari, è indagato per il reato di favoreggiamento insieme a G. F. A.

Anche Pepa Vilson, clandestino privo del permesso di soggiorno, è stato rintracciato seguendo gli spostamenti della sua compagna, una giovane rumena.

 

19/06/2010





        
  



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