Giro d'Italia 2010
| Cronaca della tappa di sabato 29 maggio.
di Renato Novelli
Tappone d'altri tempi la penultima frazione della 93° edizione del Giro d'Italia da Bormio al Passo del Tonale, che ha visto anche il passaggio sul Gavia, Cima Coppi del 2010. Corsa di tempi post-moderni caratterizzati dal dominio di un uomo ed una squadra, come succede da molti anni al Tour: prima Armstrong, poi un interregno delle "squadre combattenti" e dei vincitori squalificati ex post e dopo il nuovo strapotere di Contador.
Al Giro Basso e la Liquigas hanno esercitato ieri il loro potere di "dissuasione" con successo. Cadel Evans, secondo al traguardo ha dichiarato "non sono stato libero di attaccare": voleva dire, credo, che era stato lasciato solo e che nessun'altro era disposto a contestare la leadership meritata e meditata di Basso.
La tappa è andata allo svizzero della Bbox Tschopp dopo una lunga fuga. Cadel Evans si è piazzato secondo a 16 secondi, Basso terzo a 25 secondi brucia Scarponi, il filottranese, che ha dichiarato dopo l'arrivo "Basso poteva lasciarmi l'abbuono del terzo posto per farmi conquistare il terzo posto del podio finale". Come dire Basso e la Liquigas mi devono qualcosa.
Oggi c'è una cronometro, ma di soli 15 Km. e i distacchi saranno contenuti. Scarponi può tentare di battere Nibali e agguantare il podio. Da solo e non per grazia ricambiata. Se Basso non avesse fatto la volata avrebbe gettato un'ombra pesante tra sé e Nibali rimasto attardato. Solo in un ciclismo post - moderno, con l'età aurea dei ciclisti spostata ai trenta, si può sostenere che a ventisei anni un sicuro campione sia ancora un giovane in formazione. Inutile citare Bartali e Coppi che vinsero rispettivamente a ventitrè non compiuti e a venti non compiuti, ma basterà pensare a Gimondi che a ventitrè anni compiuti (1965) vinse il Tour e a ventisei (1967) il Giro. Nibali ha corso due Tour e in uno è arrivato settimo. Il suo problema è che la Liquigas aveva due capitani in Basso (ora salito alla gloria) e Pellizzotti (caduto su valori sospetti e non ammesso al Giro) E', invece, vero che Nibali non avrebbe dovuto correre il Giro e proprio per l'esclusione di Pellizzotti è stato recuperato. La gerarchia Basso - Nibali che sembrava ancora socchiusa a cambiamenti nelle prime tappe ora è chiara e inamovibile anche al prossimo Tour, dove Basso ha detto di voler fare bene.
Non sarà facile, ci sarà Contador, che non ha il Giro nelle gambe e ci saranno i fratelli Schlek, Frank e Andy che a 22 anni, arrivò secondo nel Giro (il primo a cui partecipava) dietro Di Luca a 1° 55" avendogli rosicchiato una trentina di secondi nella cronometro finale. Nibali è un corridore molto forte e prudente. Quando la piazza indicava Riccò, come l'uomo dell'avvenire, il siciliano silenzioso si sentiva ancora all'interno di un percorso formativo. Da questo giro è chiaro che l'uomo delle corse a tappe nel futuro è Nibali. Sapremo presto se la convivenza con Basso andrà avanti. Il figliol prodigo trionfatore ha tracciato una road map decisa: per qualche anno ancora sarà lui a vincere, Nibali nel frattempo, maturerà lentamente togliendosi qualche soddisfazione e intorno ai 28 - 29 anni, arriverà il suo momento. In tempi in cui anche il mitico aceto balsamico di Modena, matura anticipatamente e artificialmente, per la carriera ciclistica Basso stabilisce un canone d'età rigido.
Ma Basso dimentica che Contador a 25 anni ha vinto il Tour, a 27 ne ha dominato un altro ed aveva passato guai fisici che lo avevano tenuto fermo. Non ricordiamo più della generazione di Bartali e Coppi che rispettivamente a ventisei il primo e venti il secondo, perdettero sei lunghi anni di guerra. Prigioniero in Africa Fausto, Gino andava su e giù da Firenze a Bologna con dentro la sella e la canna della bici documenti d'identità falsi per salvare la vita ad ebrei perseguitati.
Coppi non disse mai a nessuno di avere imparato l'inglese. Si scoprì solo in una sei giorni a Londra, quando iniziò a conversare con gli indigeni. Gino rispettò la modestia del silenzio e della sua attività clandestina lo abbiamo saputo solo con la sua morte, da altri. Discrezione, spessore umano, intelligenza che pedalavano in bicicletta.
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30/05/2010
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