Giro d'Italia 2010
Ferrara | Cronaca della tappa di sabato 22 maggio
di Renato Novelli
Nibali, bel suol d'amore. Un'immagine surrealista si addice ad un discesista. La discesa può non essere affatto la tremenda calata agli inferi, ma un'arte dei pedali, dell'equilibrio e della aerodinamica. Chi dimentica le lezioni di Francesco Moser lungo le discese di giri perduti in salita, di Gastone Nencini, che nel Tour del 1960 andava così forte che il giovane nuovo campione di Francia Riviere per stargli dietro perdette le gambe in un burrone, Magni furioso per la superiorità manifesta di Bartali e Coppi. I discesisti hanno spesso portato dentro di sé il furore della vendetta spericolata.
Nibali no. Scendeva giù con eleganza e sicurezza, ma senza furore. Nibali è maturato e non è più una promessa. Al Tour si disse che era andato bene, arrivando settimo nella classifica generale. Troppo per un buon corridore, troppo poco per un campione in formazione. Questo Giro d'Italia è il raggiungimento della maggiore età.
Richie Porte ha perso la maglia rosa e per il tasmaniano rivelazione potrebbe essere un bene, ma la montagna dei giorni a venire è per lui un incognita e la sua tenuta in montagna è un'incognita per i soliti critici. Arroyo è la nuova maglia rosa. Spagnolo anzianotto alquanto. Ma la cosa non inganni. Questo Giro segna il passaggio dalla generazione dell'era Armstrong, che ha occupato il ciclismo degli ultimi cinque anni, alla generazione che non ha corso con Armstrong.
Domenica lo Zoncolan, la salita più dura d'Europa. Forse. Anche gli appassionati non possono tacere oggi della vittoria dell'Inter e dello strano destino di questa squadra. Sul terreno del Santiago Bernabeu festeggia il risultato più grande e contemporaneamente già su quel campo, si scioglie. Mourigno se ne va, Maicon anche, Milito dice di avere molte offerte. Non era mai accaduto che una squadra si dimettesse da se stessa non per stancheza, ma nell'attimo del massimo successo. Strana vicenda. Non ci resta che convocare Hercule Poirot e cercare di capire cosa ci sia dietro. Ma al pedale, al pedale...
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24/05/2010
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