Celani scrive alla SAMP: I dati del fatturato non giustificano neppure una riduzione del personale"
Ascoli Piceno | Dopo lannuncio della chiusura dello stabilimento ascolano, il Presidente della Provincia si rivolge in una lettera ai dirigenti del Gruppo SAMP: Unipotesi traumatica che impoverisce il territorio.
di Redazione

Stabilimento SAMP spa
"Un'ipotesi traumatica - secondo Celani - che impoverisce le opportunità occupazionali dell'area, che sottrae professionalità all'intero territorio, che riduce le attività di altre aziende coinvolte nella filiera produttiva". "I dati di fatturato (e i costi di produzione 35 €/h uomo a Bentivoglio contro le 27,92 €/h uomo di Ascoli Piceno) non denunciano uno stato di crisi che minimamente giustifichi neppure la riduzione del personale, figurarsi la chiusura dello stabilimento!".
"Il rapporto con il territorio e la sua comunità ha sempre contraddistinto le dinamiche aziendali, anche sulla scorta delle semplificazioni ed agevolazioni che furono assentite per la facilitazione dell'ingresso del gruppo SAMP in un settore di interesse. Mi risulta - prosegue il Presidente - che con l'avvento di SAMP sia stata dismessa ad Ascoli Piceno la produzione di macchinari del settore metallurgico, in quanto prodotti nello stabilimento di Bologna, mantenendo e sviluppando la sola produzione di macchinari per il settore estrusione, prodotto che ancora oggi viene realizzato nel solo stabilimento di Ascoli Piceno, dal quale sono usciti tutti gli impianti attualmente sul mercato prodotti ed installati con il marchio SAMP. La progettazione meccanica, elettromeccanica, software, il montaggio, collaudo, messa in servizio e assistenza post-vendita, sono sempre stati gestiti unicamente con il personale dell'unità produttiva di Ascoli Piceno". "A livello di montaggio, collaudo e messa in servizio, l'unità produttiva di Bologna mi risulta abbia attinto (in casi di necessità) al personale tecnico di Ascoli, cosa mai avvenuta in senso contrario".
Nella missiva firmata dal Presidente della Provincia si legge: "Auspico di poter incrociare la vostra disponibilità nella rivisitazione di un percorso che non intendiamo avallare a tutela di un rapporto che, da parte nostra, non si è mai incrinato e che non vorremmo minacciato sulla spinta di decisioni che chiediamo di condividere con lealtà. Non riusciamo ad interpretare sul piano operativo ed economico-finanziario alcune delle scelte che il piano industriale compie". "La situazione aziendale ascolana - insiste Celani - vedrebbe, già ad oggi, il raggiungimento anzi il superamento del budget previsto nei piani aziendali per il corrente anno 2010; e tra i conteggi non verrebbero valorizzate ipotesi di commesse che vengono date con un 70% di possibilità nella definizione".
"Da quanto considerato si deduce chiaramente che la paventata crisi del Gruppo non investe minimamente lo stabilimento di Ascoli Piceno mentre si maturano i nostri convincimenti che quest'ultima unità produttiva, oltre che rappresentare un'eccellenza del Gruppo, ha una potenzialità in termini di know-how e di capacità di innovazione, tale da captare sempre maggiori commesse fin oltre la sua reale capacità produttiva prevista nei piani aziendali.
"Desidero far rilevare inoltre - conclude Celani - che dette potenzialità sono espressione unicamente del territorio ascolano il quale, a motivo di ciò, non può accettare l'ipotesi di un trasferimento tout-court presso altri siti, peraltro non più competitivi, con il solo obiettivo di far quadrare i bilanci del Gruppo stesso per fronteggiare dispersioni economico-finanziarie che si realizzano altrove".
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24/02/2010
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