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Simone Perotti: “downshifting”, scalare la marcia perché rallentare si può. Si può scegliere.

San Benedetto del Tronto | Vivere in un altro modo si può. L'autore viene a testimoniarcelo raccontando nel suo libro come ha fatto a ritrovare una dimensione esistenzialmente più umana di gestire il tempo, usare le risorse, sentirsi in armonia con sè stesso e gli altri.

di Maria Teresa Rosini

"Incontri con l'autore": Simone Perotti ha presentato sabato pomeriggio il suo libro "Adesso basta" edito da Chiarelettere.

Non lo sopporta proprio lo scrittore Simone Perotti il lamento di chi, imprigionato in un'esistenza teleguidata, tra tecnologia, lavoro, consumi, televisione, non sa, o non vuole, trovare una strada diversa per liberarsi da bisogni indotti, leggi di mercato, ritmi frenetici in cui, è ora di affermarlo, sostiene, non c'è felicità, non c'è neppure serenità, non c'è dimensione collettiva dell'esistere, non c'è più tempo per ascoltare e ascoltarsi.

Vivere in un altro modo si può. Lui viene a testimoniarcelo raccontando nel suo libro come ha fatto a ritrovare una dimensione esistenzialmente più umana di gestire il tempo, usare le risorse, sentirsi in armonia con sè stesso e gli altri.

Dopo aver fatto il manager per 19 anni, completamente assorbito in una delle professioni più paradigmatiche e controverse del nostro tempo, che non consente mai di mollare e spinge continuamente ad offrire migliori performances in nome del profitto e della "sopravvivenza" delle aziende in un mercato sempre più aggressivo e globale, ha avuto il coraggio di mollare tutto per perseguire una "qualità" della vita che probabilmente rischiava di sfuggirgli completamente.

Sul filo del teatro e dello scherzo, il professor Tranquilli, nella presentazione del libro, definisce questa scelta "eversiva" e, nei panni di un improbabile pubblico accusatore, ne denuncia la valenza trasgressiva all'interno dell' "ordine costituito" di una società che di soldi, successo e immagine ha fatto il suo Baal, cui tributare un vero e proprio sacrificio umano: quello di sè stessi, della propria intima esistenza.

Oggi Simone Perotti fa quello che desiderava da sempre fare: lo scrittore innanzitutto, e il navigatore (è skipper sulla sua barca sulla quale porta amici e clienti in giro per i mari del mondo), ha creato e gestisce, inoltre, un sito di informazione editoriale nautica e, soprattutto, afferma di sentirsi in pace e in armonia con sé stesso.
Ciò che gli preme comunicarci, con una rabbia e un coinvolgimento emotivo visibile, è che "si può fare", che niente cioè, è impossibile. Vivere del necessario, abitare in una casa priva di riscaldamento usando solo il camino, riuscire a vivere con un reddito sostanzialmente e drasticamente inferiore a quello cui si era abituato, usare in modo migliore il denaro, il tempo, le proprie capacità.

Le nostre domande però sono: quanta strada di autoconsapevolezza occorre percorrere per approdare ad una scelta tanto radicale? Quanto occorre imparare a conoscersi, a fare i conti con sé stessi, a diventare coscienti della quantità e della pervasività dei condizionamenti cui la "modernità" ci ha costretto? E' una scelta solo per pochi "eletti"? Per chi non ha famiglia, per chi non deve assolvere ad altre responsabilità se non quelle verso sé stesso?

Immersi nella "cultura" televisiva, nella babele di simbologie e appartenenze sociali e culturali sovrapposte e confuse, in una società che non legge, non si informa, non aspira certo, nella maggioranza dei suoi componenti, ad una maggiore consapevolezza dell'esistenza e della storia, sembra una proposta difficile da recepire.

Chissà però che il periodo incerto e critico in cui ci troviamo a vivere e il modo perverso col quale la realtà si diverte a smontare le nostre aspirazioni, i nostri valori e desideri, non sia l'anticamera di un nostro riscatto, di una ricerca più profonda ed "eversiva" di un senso diverso per le nostre esistenze.

Leggere in questo libro "la filosofia e la strategia di chi ce l'ha fatta" potrebbe rappresentare un buon inizio.

27/01/2010





        
  



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