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a Monte Petrano vince lo spagnolo Sastre che si porta terzo in classifica

Monte Petrano | Secondo la maglia rosa Denis Menchov, a 25”. Terzo Danilo Di Luca a 26”, quarto Ivan Basso a 29”. Il russo guida la generale con 39” su Danilo Di Luca. Sastre al terzo posto, staccato di 2’19”. Quarto Franco Pellizotti a 3’08. Poi Basso a 3’19”.

di Renato Novelli

Il Giro ha girato oggi nelle Marche del Nord. Più importante della latitudine, però, è il paesaggio concreto della natura e della storia cittadina stratificata nei secoli. Marche profonde, di monti pelati e assolati nella stagione presente, come ventosi e gelati in inverno, di foreste fitte con il colore tenero del verde chiaro delle foglie infanti di primavera, di conventi medievali ancora aperti, di borghi come Cagli e di paesi come Pergola.

Si scopre che questo mondo secolare è più che mai moderno ed avanzato, perché post industriale e produttivo, colto e discosto, tranquillo e percorso dalle agitazioni che contano veramente nel ciclo delle vite. Questo mondo, poco sembra avere a che spartire con un Giro dove le asperità reali sono lontane dai traguardi e tutto si risolve in rampe finali da distacchi di secondi.

La fretta istituzionalizzata. Se ci fossero il Coppi delle lunghe fughe montane o il Bartali delle lunghe scalate fulminanti o il Pantani delle furiose cavalcate verso l'alto, direbbero, come il narratore incantato di Walter Benjamin catapultato nell'epoca della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, "che ci faccio io qui?"

La tappa vede una lunga fuga di due nomi illustri, ma poco ortodossi: Popovich e Cunego, due grandi talenti, discussi, discontinui che non hanno mantenuto le attese che avevano suscitato da giovanissimi. Ho persino sperato che potessero rientrare in classifica, visto che hanno raggiunto un vantaggio di cinque sostanziosi minuti. Invece, niente. Popovich, però, ucraino parla italiano perfettamente. Ha sposato la figlia del console italiano dell'isola della Nuova Caledonia, mal di testa a chi pensa che non siamo una società multiculturale.

Sull'ultima salita in un gruppo già selezionato, nell'aria fende il pedale di un'ulteriore selezione. Solo i migliori rimangono uniti. Tutto sembra giocarsi tra Di Luca e Menchov, ma scatta Sastre, un signore collaudato al Tour dello scorso anno, quando proprio con uno scatto in salita, si procurò quella vittoria che tutti, organizzatori, giornalisti da libro Cuore e lo stesso Signor Phruddome, padrone supremo della Grand Boucle, attribuivano a Cadel Evans.

Ma solo una manciata di secondi frutta alla sua classifica la cavalcata di Sastre. Ha ripreso Cunego, già staccato da Popovich, poi lo stesso Popovich, ma secondi più secondi sono come il "basin" dato dal poveraccio alla ragazza della balera nella canzone di Jannaci: "roba senza risultato". Menchov corre come se stesse scrivendo un romanzo da premio Strega dall'accattivante titolo "Voglio vedere chi mi muove da qui".

Domani riposo, poi il Block House in terra d'Abruzzo. Là Di Luca sarà sospinto da un tifo potente e "dal volto umano", il terremoto, sponsor inattaccabile. L'Italia dei giornalisti tifa per lui. Ma da Valletti che nel 1939 vinse su un popolarissimo e ultra potente Bartali, dal Gaul del 1956, che interruppe il sogno di un bravissimo Pasqualino Fornara, al Merckx del 1968 che fece piangere Gimondi per la prima volta nella sua vita, alla classe di Hinault che disegnò i limiti invalicabili di Moser e Saronni, al Roche del 1987 che lasciò Visentini tradito, abbattuto e sconfitto, la storia del Giro è piena di alieni che hanno lasciato in panne i favoriti ufficiali. Come i candidati al premio Strega, i predestinati a volte incontrano una irrazionalità irriducibile e cambiano destino.

Aspettiamo altri monti e vedremo.

Nota: Pergola è un luogo simbolico del mondo delle Marche profonde che ho citato in testa all'articolo. I bronzi dorati del I° secolo avanti Cristo, ne sono una testimonianza. Ma una ricetta del borgo della partenza di questa tappa aiuta tutti, anche quelli che non hanno alcun interesse nella storia antica, Maltagliati con le fave. Sfoglia farina, acqua, albume d'uovo, tagliata a piccoli pezzi. Soffriggere cipolla con lardo rosato di prosciutto e versare le fave private dell'occhio a doratura della cipolla. Salare e pepare. A cottura di circa 10 minuti, versare conserva (2 cucchiai) e 2 bicchieri di acqua bollente. Lasciar bollire adagio per un'ora e versare sui maltagliati, cotti, come in tutta Italia in acqua salata e ben scolati.

25/05/2009





        
  



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