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Il Cavallo di fuoco accende di luci, colori e suoni la cittadina di Ripatransone

Ripatransone | Sabato 18 e domenica 19 aprile si rinnova la tradizione. Abbiamo chiesto a Paolo, giovane ripano, studente del Liceo Classico di San Benedetto, notizie sulla tradizione del Cavallo di Fuoco.

di Roberta Capriotti

Il Cavallo di Fuoco

Il Cavallo di Fuoco è la festa più importante di Ripatransone ed è uno degli spettacoli pirotecnici più singolari d'Italia.

Documenti storici provano che si svolse per la prima volta il 10 Maggio 1682, in occasione dell'Ottava di Pasqua, giorno dell'incoronazione del simulacro della Madonna di San Giovanni.

Quel giorno furono allestiti festeggiamenti maestosi tra cui uno spettacolo pirotecnico; si racconta che un fuochista, chiamato da Atri, forse inebriato dal buon vino locale, terminata la festa, salì sul suo cavallo e cominciò a sparare per la piazza i fuochi rimasti.

Lo spettacolo improvvisato piacque talmente tanto che gli abitanti di Ripatransone vollero ripeterlo anche l'anno successivo, e così fu fatto, per tutti gli anni fino ad oggi, nel giorno dell'Ottava di Pasqua. Nei primi anni si servirono di un cavallo vivo e di veri fuochisti, poi fu costruita una sagoma di legno imbottita di fuochi artificiali, portata a spalla da un addetto della Confraternita della Madonna di San Giovanni. Infine si reputò più conveniente dotare il cavallo di legno di ruote e timone e farlo trainare da volontari con vesti ed accessori di protezione; nel 1994, un nuovo cavallo in lamiera di ferro ha preso il posto del feticcio di legno, pur non modificando l'aspetto e le modalità degli spari.

Il Cavallo di fuoco è una manifestazione civile, nonostante ciò rimane una festa essenzialmente religiosa al punto che la sua organizzazione è demandata alla Confraternita della Madonna di San Giovanni. Recentemente è invalsa l'usanza di far benedire il Cavallo dal vescovo diocesano sul sagrato della cattedrale dopo la principale celebrazione eucaristica.

L'accensione del Cavallo di Fuoco rappresenta oggi il momento finale di una ritualità ben consolidata: nella giornata di sabato, nel cortile dell'Episcopio, si svolge un festival musicale di band emergenti, noto a tutti col nome di "Veglia del Cavallo", che richiama ogni anno centinaia di appassionati; il programma della domenica ha inizio alle 11.00 con la Santa Messa celebrata dal Vescovo nella Cattedrale di San Gregorio Magno, nel pomeriggio si svolge la Solenne Processione delle Confraternite, durante la quale viene portato per il paese il simulacro della Madonna di San Giovanni; la sera infine tocca al Cavallo di Fuoco: verso le ore 20.30 viene prelevato dalla sua rimessa dagli addetti della Confraternita e trova all'uscita uno stuolo di giovani che accompagnano il suo cammino con cori da stadio e rumori di campanaccio; viene poi condotto attraverso la circonvallazione panoramica in Largo Giuseppe Speranza dove incontra il Corpo Bandistico Città di Ripatransone che esegue la famosa Marcia 23, canzone ufficiale della festa, divenuta con gli anni vero e proprio "inno" della città. Scortato dalla banda giunge nelle piazze Matteotti-Condivi, dove, dopo un rapido giro di ricognizione per verificare la transitabilità tra la folla (sono infatti migliaia gli spettatori in piazza), viene spenta la pubblica illuminazione e si procede all'accensione dei fuochi.

Il Cavallo compie molti giri, lanciando fiamme da tutte le parti: i fuochi d'artificio si distinguono per tipo, funzione e per i tipici nomi popolari: si va dai baffi, scintille che piovono sulla folla a destra e sinistra dei fianchi del finto cavallo, alla girella, girandola di petardi che rotea dalla testa e che conclude le proprie evoluzioni nel cielo, momento culminante dello spettacolo e di più forte impatto emotivo.

Lo spettacolo, nonostante una sorta di panico dettato dalla "minaccia" della sagoma, non è assolutamente pericoloso e non si ricordano casi di gravi incidenti. Questa festa costituisce un importante momento di aggregazione, particolarmente sentito dai giovani e richiama ogni anno varie migliaia di spettatori: abitanti di Ripatransone, emigrati che tornano al luogo d'origine, spettatori provenienti da tutta la provincia e non di rado da altre regioni.

17/04/2009





        
  



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