Rossi e le nuove edificazioni. Bisogna recuperare gli edifici già esistenti
Ascoli Piceno | Il Presidente della Provincia interviene in merito al Piano Territoriale di Coordinamento, spiegando cosa lo ha animato e perché viene da lui difeso.
di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota del Presidente della provincia Massimo Rossi, circa le delibere in materia urbanistica su contratto di questiere Monticelli e variante al PRG di Massignano.
E' mia ferma convinzione che nel nostro Paese, già abbastanza disastrato dal punto di vista paesaggistico, piuttosto che consumare altro territorio con il cemento ci sia bisogno di recuperare gli edifici che ci sono. Questa d'altronde è la filosofia che ispira il nostro Piano Territoriale di Coordinamento di cui rivendico con orgoglio la paternità. Detto questo, vorrei far capire ai cittadini del Piceno prima ancora che a certi esponenti politici faziosi e miopi che ardiscono ancora richiamarsi ai valori della sinistra, che cosa significa in termini pratici impegnarsi per affermare questo principio.
La scorsa settimana sono arrivate al vaglio della Giunta Provinciale due deliberazioni inerenti nuove edificazioni in due aree totalmente diverse del territorio provinciale.
La prima era inerente al contratto di quartiere per Monticelli, un progetto che prevede costruzioni in un'area peraltro già edificabile secondo il PRG ma in un contesto già abbondantemente urbanizzato della città di Ascoli Piceno. La potestà di pianificare, come tutti sanno, è attribuita al Comune e la Provincia ha potuto esprimere solo il parere di conformità tenendo conto in questo caso dei diritti acquisiti in relazione alla preesistente edificabilità dell'area. Nonostante ciò, ha posto importanti prescrizioni che hanno mitigato l'impatto del progetto sul tessuto urbano dell'area. Tra le tante prescrizioni, voglio ricordare quelle per la "Struttura per commercio al dettaglio a scala di quartiere", il cosiddetto "bisteccone" che dovrebbe sorgere dinanzi al complesso ospedaliero.
La volumetria complessiva è passata dalle previsioni iniziali del Piano regolatore di 90.250 metri cubi ai 75.000 della proposta del Comune fino ai 67.500 prescritti dalla Provincia con una riduzione del 27% delle possibilità iniziali. Non solo, abbiamo fatto sì che le altezze massime siano passate da 27,30 a 17 metri, che ci siano adeguate distanze dall'asse viario principale anche per creare una zona filtro rispetto all'Ospedale, che la viabilità si svolga sul lato opposto al viale stesso (niente quindi nuovi incroci), che la superficie residenziale non superi il 40% delle volumetrie totali.
Se si aggiunge la prescrizione che tutte le proposte dei privati inserite nel contratto di quartiere debbano essere attuate mediante piani particolareggiati ad iniziativa pubblica, si ha l'esatta percezione di come la Provincia abbia posto condizioni molto significative per far sì che gli interventi non perdano mai di vista la proporzione tra i diritti acquisiti dei proprietari terrieri e l'esigenza di uno sviluppo equilibrato che salvaguardi la qualità della vita delle persone. A maggior ragione in una zona che è già stata penalizzata da uno sviluppo edilizio tutt'altro che equilibrato.
Con l'altra delibera, una volumetria residenziale paradossalmente analoga a quella di Monticelli veniva proposta in una zona agricola di Massignano caratterizzata da un paesaggio rurale integro e tipicamente marchigiano, arricchito da edifici di importante valore storico-architettonico e di un agrumeto storico tra i più antichi della zona!
Abbiamo detto no, anche contro il parere tecnico del Servizio, perché l'intervento, peraltro in contrasto con il PTC, oltre ad essere avulso dal tessuto urbanistico di Massignano (con tutti i problemi legati ai servizi), avrebbe pregiudicato irreversibilmente uno degli esempi più belli di quel paesaggio che costituisce per i nostri territori un fondamentale "asset" economico e promozionale, come peraltro riconosciuto sempre più da normative nazionali ed europee.
Chiunque può comprendere la differenza tra le due proposte e perché la Provincia, pur nella differenza delle situazioni, abbia usato un unico metro di valutazione, la proporzione tra i benefici attesi per la comunità locale e l'impatto sugli equilibri ambientali e paesaggistici.
I politici politicanti continuino pure a baloccarsi con le parole, omettendo per la solita superficialità, o perché non conviene, di misurarsi con i contenuti delle opere proposte. Continuerò a battermi affinché anche nella prossima legislatura possa prevalere questo metodo di governo del territorio.
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23/03/2009
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Betto Liberati