Santori:"Dobbiamo cambiare (YES, WE MUST CHANGE)"
Ancona | "Il rilancio e il sostegno finanziario delle piccole e medie imprese per riattivare la ripresa economica e uscire dalla crisi". Questa è una delle varie proposte del Vice Presidente del Consiglio della Regione Vittorio Santori

Vittorio Santori
Riceviamo dal Vice Presidente del Consiglio Regionale, Avv. Vittorio Santori.
"L'alto tasso di disoccupazione e le difficoltà in cui versano le imprese sono elementi da anni presenti nel territorio ascolano oggi ulteriormente colpito dalla crisi finanziaria di origine internazionale. Il mancato investimento da parte della Regione nel Sud delle Marche per riequilibrare le carenze infrastrutturali e la qualità e quantità dei servizi pubblici rispetto al Nord della Regione, ha aggravato ulteriormente il divario già esistente. E'evidente che un territorio così depresso risenta maggiormente degli effetti negativi della crisi.
Solo attraverso il rilancio ed il sostegno finanziario alle piccole e medie imprese può essere, in tempi brevi, riattivata la ripresa economica e con essa la certezza di uscire dalla crisi. Ma tutto ciò è possibile solo se risorse finanziarie e garanzie vengono realmente fornite alla pmi. Tali risorse lungi dal provenire dalla luna derivano solo da una gestione intelligente ed efficace della cosa pubblica unita alla capacità di questa di attuare una vera programmazione della spesa.
La Regione Marche, vero attore nel nostro territorio per effetto dei poteri conferitigli dall'articolo 117 della Cost., in realtà è incapace di svolgere le proprie funzioni di indirizzo, programmazione e scelte prioritarie riservate dalla legge e dallo Statuto al Consiglio Regionale perché di fatto affidate ai dirigenti dei vari settori. Tale grave limitazione si accompagna, ad oggi, alla mancata attivazione del Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro (organo di consulenza consiliare, tavolo di concertazione permanente con le parti sociali e i rappresentanti delle attività produttive, con facoltà di promuovere proposte di legge in materia economica); nonché ad una disfunzione generale della struttura evidenziatasi nella mancata attivazione del Progetto Jeremie (finanziamenti e credito alle imprese da parte della Comunità Europea) dal luglio 2007 ad oggi.
La mancanza di controllo sulla gestione delle società partecipate i cui disavanzi vengono annualmente posti a carico della collettività (si rammenta nel territorio provinciale la vicenda CONSIND e del Centro Agro Alimentare Piceno) e l'allegra gestione della sanità pubblica (già gravata da 128 milioni di Euro di mobilità passiva), oggi appesantita ulteriormente dall'assunzione di 1.300 precari senza concorso pubblico, non consentono di prevedere alcun risparmio o la possibilità di destinare risorse al rilancio dell'economia. Lo stato confusionale in cui versa la Giunta, dimostrato dalla sostituzione di quattro assessori negli ultimi sei mesi, non lascia dubbi sulla incapacità dell'attuale Amministrazione di guidare e di intervenire efficacemente sulla crisi in atto.
Importanti contributi come quello contenuto nella proposta di legge (primo firmatario il Consigliere Santori) tendevano a favorire l'investimento e lo sviluppo delle pmi vincolando a tale scopo le entrate regionali derivanti dall'Irap come una sorta di restituzione alle attività produttive del prelievo fiscale alle medesime effettuato. La mancanza di dialogo e del confronto della Giunta Spacca con l'opposizione, nonostante le difficoltà dei cittadini e del territorio, hanno impedito alla maggioranza di prendere in considerazione l'importante contributo fornito.
E' noto a tutti che solo dal settore produttivo proviene la ricchezza del Paese e che il settore pubblico deve intervenire ad incentivare il primo nei momenti di crisi. Ma con quali mezzi e con quali risorse la Regione Marche, al di là delle tante promesse, potrà agire se non è riuscita ancora ad invertire la tendenza all'incremento della spesa pubblica e ad eliminare le sacche di inefficienza e clientelari esistenti? Quand'anche qualche risorsa dovesse giungere nel territorio Piceno proveniente dal Governo o dalla Comunità Europea, quale merito potrà essere attribuito alla Regione?
Apprezzabili ed utili sono quindi gli incontri, i convegni ed i consigli aperti per discutere sulla crisi economica e sul modo di attivare la ripresa ma se non vogliamo limitarci alla solita passerella politica non possiamo prescindere dalla reale situazione in cui versa il più importante Ente del nostro territorio tenendo presente che anche la Provincia di Ascoli Piceno si è contraddistinta in questi anni solo per stringere ulteriormente la morsa alle imprese locali con l'addizionale Enel, per l'inutile acquisto di una nave, per correre dietro alle esigenze del Fermano volte alla liquidazione del patrimonio ed alla divisione dei beni con la Provincia di Ascoli".
"L'alto tasso di disoccupazione e le difficoltà in cui versano le imprese sono elementi da anni presenti nel territorio ascolano oggi ulteriormente colpito dalla crisi finanziaria di origine internazionale. Il mancato investimento da parte della Regione nel Sud delle Marche per riequilibrare le carenze infrastrutturali e la qualità e quantità dei servizi pubblici rispetto al Nord della Regione, ha aggravato ulteriormente il divario già esistente. E'evidente che un territorio così depresso risenta maggiormente degli effetti negativi della crisi.
Solo attraverso il rilancio ed il sostegno finanziario alle piccole e medie imprese può essere, in tempi brevi, riattivata la ripresa economica e con essa la certezza di uscire dalla crisi. Ma tutto ciò è possibile solo se risorse finanziarie e garanzie vengono realmente fornite alla pmi. Tali risorse lungi dal provenire dalla luna derivano solo da una gestione intelligente ed efficace della cosa pubblica unita alla capacità di questa di attuare una vera programmazione della spesa.
La Regione Marche, vero attore nel nostro territorio per effetto dei poteri conferitigli dall'articolo 117 della Cost., in realtà è incapace di svolgere le proprie funzioni di indirizzo, programmazione e scelte prioritarie riservate dalla legge e dallo Statuto al Consiglio Regionale perché di fatto affidate ai dirigenti dei vari settori. Tale grave limitazione si accompagna, ad oggi, alla mancata attivazione del Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro (organo di consulenza consiliare, tavolo di concertazione permanente con le parti sociali e i rappresentanti delle attività produttive, con facoltà di promuovere proposte di legge in materia economica); nonché ad una disfunzione generale della struttura evidenziatasi nella mancata attivazione del Progetto Jeremie (finanziamenti e credito alle imprese da parte della Comunità Europea) dal luglio 2007 ad oggi.
La mancanza di controllo sulla gestione delle società partecipate i cui disavanzi vengono annualmente posti a carico della collettività (si rammenta nel territorio provinciale la vicenda CONSIND e del Centro Agro Alimentare Piceno) e l'allegra gestione della sanità pubblica (già gravata da 128 milioni di Euro di mobilità passiva), oggi appesantita ulteriormente dall'assunzione di 1.300 precari senza concorso pubblico, non consentono di prevedere alcun risparmio o la possibilità di destinare risorse al rilancio dell'economia. Lo stato confusionale in cui versa la Giunta, dimostrato dalla sostituzione di quattro assessori negli ultimi sei mesi, non lascia dubbi sulla incapacità dell'attuale Amministrazione di guidare e di intervenire efficacemente sulla crisi in atto.
Importanti contributi come quello contenuto nella proposta di legge (primo firmatario il Consigliere Santori) tendevano a favorire l'investimento e lo sviluppo delle pmi vincolando a tale scopo le entrate regionali derivanti dall'Irap come una sorta di restituzione alle attività produttive del prelievo fiscale alle medesime effettuato. La mancanza di dialogo e del confronto della Giunta Spacca con l'opposizione, nonostante le difficoltà dei cittadini e del territorio, hanno impedito alla maggioranza di prendere in considerazione l'importante contributo fornito.
E' noto a tutti che solo dal settore produttivo proviene la ricchezza del Paese e che il settore pubblico deve intervenire ad incentivare il primo nei momenti di crisi. Ma con quali mezzi e con quali risorse la Regione Marche, al di là delle tante promesse, potrà agire se non è riuscita ancora ad invertire la tendenza all'incremento della spesa pubblica e ad eliminare le sacche di inefficienza e clientelari esistenti? Quand'anche qualche risorsa dovesse giungere nel territorio Piceno proveniente dal Governo o dalla Comunità Europea, quale merito potrà essere attribuito alla Regione?
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27/01/2009
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