Area vasta 5, forma o sostanza?
Ascoli Piceno | Se ne è parlato nel Consiglio Comunale ascolano convocato in seduta straordinaria e aperta al pubblico. L'argomento: "Ospedali riuniti di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto: quale percorso?".
di Francesca Gironelli
Un momento del consiglio comunale aperto alla cittadinanza in merito all'Area vasta 5
Presenti difatti, oltre ai Consiglieri e al Sindaco, il Direttore generale dell'Asur Roberto Malucelli e il dott. Carmine Ruta, i Direttori di zona 12 e 13 Giuseppe Petrone e Giuseppe Zuccatelli, e l'Assessore regionale Almerino Mezzolani.
L'argomento del consesso è di quelli che continua a far discutere, ossia la situazione della sanità locale e la famosa Area Vasta 5. Cenerentola delle Marche, grande risparmiatrice o realtà che si è saputa sacrificare, tante sono le etichette che la sanità del sud della regione si è vista appiccicare, a torto o ragione.
La questione basilare è però che di realtà ce ne sono due, ben distinte ma in via di integrazione: la zona territoriale 13 e la 12, che gravitano attorno ad Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto.
Il problema che è emerso durante l'alternarsi degli interventi è che non tutti sono d'accordo se sia meglio prima creare la forma di questa integrazione necessaria, o sapere prima quale sostanza metterci dentro, e poi forse dare un nome al tutto.
Organizzare o programmare? E come si chiamerà questa realtà sanitaria del Piceno? Questi i dilemmi che non hanno trovato soluzione netta nella serata ma che segnalano di aver lasciato lontano l'immobilismo di pochi anni fa su questo argomento.
La certezza è che, come ha ben delineato il dott. Ruta, bisogna progettare per la sanità pensando di dover rispondere ad una "domanda globale", ossia tenendo conto della 'mobilità', attiva e passiva. La prima si verifica quando un residente in un'altra Area Vasta diversa dalla n. 5 decide di usufruire delle strutture presenti ad Ascoli Piceno o San Benedetto. La seconda invece si attua se un nostro residente cerca altrove il servizio richiesto. La domanda globale tiene conto del numero totale di ricoveri, di tutti e tre i generi.
Altro punto assodato e chiarito dal Dott. Ruta è il fatto che ci si sta muovendo verso la razionalizzazione e l'efficienza, spostando il peso delle degenze verso interventi ambulatoriali e day hospital.
La chiave di volta è lavorare in rete, integrare, e questo è il modo di fare sanità che stanno mettendo a punto il dott. Petrone e il dott. Zuccatelli.
Più di cento persone stanno collaborando fra le due zone territoriali dell'Asur, ha spiegato Petrone, e molti sono i progetti completati dall'ottobre 2007, mese in cui la Regione ha deliberato lo schema d'accordo per la gestione integrata dei servizi sanitari per Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto. Inizialmente si pensava ad un unico Presidio ospedaliero unificato funzionalmente su due sedi, ma come si è detto pocanzi la forma e la sostanza di quello che sarà l'Area Vasta ancora devono essere decise.
Ad aprire gli interventi è il Consigliere regionale Castelli, che afferma: "E' ora che la politica faccia un passo indietro" e pone l'accento sulla necessità di dividerla dalla sanità. E aggiunge che il "sistema è drogato", ottiene cioè un doppio finanziamento dalla Giunta e dalle Zone. La dieta dimagrante a cui è stata posta la zona a sud delle Marche, in termini di risorse per la sanità, è sufficiente. Castelli infatti propone un'azienda ospedaliera per garantire che le economie vadano a rifluire nel territorio di provenienza e non ad alimentarne altri. D'accordo il On. Ciccanti: "Le esigenze del territorio richiedono l'aziendalizzazione, il tempo è maturo" ed è possibile risparmiare come si è già fatto, secondo l'esponente dell'Udc, mantenendo la qualità e la quantità dell'offerta sanitaria. "Il cittadino ascolano riceve molto meno di quello che paga per la sanità, se confrontato con un cittadino di Macerata o Ancona" prosegue Ciccanti.
La riflessione dell'On. Agostini invece si focalizza su come viene percepita l'Area Vasta, ossia solo come un processo di razionalizzazione e contenimento della spesa. L'importanza, invece, risiede nel servizio che si deve erogare e nello studio delle specializzazioni necessarie alle due zone territoriali per arginare la mobilità passiva. E difatti afferma: "Non ingabbiamoci su come vada organizzata l'azienda: ragionando sull'involucro si perde di vista il contenuto".
Prima la sostanza e poi la forma, per l'Onorevole.
E al Sindaco di Ascoli Piceno, Piero Celani, che chiede stabilità del sistema sanitario e dichiara che la Conferenza dei Sindaci non ha alcun senso - perché i primi cittadini non hanno nessun potere decisionale se non quello di riportare sul territorio quanto decretato a livello più alto - risponde il direttore dell'Asur ZT 13 Zuccatelli che porta l'esempio di quanto accaduto dal 1980 al 1994, quando la sanità era in mano ai Comuni che non sono riusciti a governare la situazione. La scelta di attribuzione di responsabilità politica fra Comuni e Regione è caduta su quest'ultima e alla fine il modello Asur adottato dalle Marche viene esportato in territorio nazionale, come ha ribadito anche nel suo intervento il Dott. Malucelli. "L'operazione più grande da fare - prosegue il Direttore della Zona 13 - è quella di aumentare le competenze professionali delle risorse e quando la qualità è alta si risparmia anche sulle risorse".
Istanze diverse quella del Consigliere Cinelli, che pone il problema dell'accessibilità dei luoghi e delle infrastrutture necessarie fra le zone territoriali (metropolitana di superficie, bretella Ascoli-Teramo), e quella dell'Ing. Franco del Tribunale dei diritti del malato, che fa presente come sia aumentata la richiesta di assistenza residenziale: "Quando si parla di sanità non si parla solo di Ospedale" ricorda Franco.
E al Consigliere Manes che sottolinea l'importanza di formare eccellenze nel territorio per contrastare la mobilità passiva, si aggiunge la voce del collega Rocchi che pone come obiettivi primari l'accessibilità per tutti, la qualità dell'assistenza e l'affidabilità finanziaria del sistema: "Si può ottimizzare, ma nel caso della cura medica non si può massificare".
L'ultima parola l'ha detta Mezzolani, che ha bandito l'immobilismo e il falso attivismo degli anni passati. Necessaria una nuova organizzazione del sistema basata sul confronto e sul calibrare le risorse per dare una efficace risposta alle esigenze dei 'clienti'. L'Assessore regionale, nonostante nulla sia definito, ha dato quindi l'impressione di voler dare prima forma e poi sostanza al progetto di sanità per l'Area Vasta 5.
Il nome lo si troverà più in là.
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01/12/2008

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