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Lotta al punteruolo, l’affondo dei vivaisti: “poca prevenzione”

Grottammare | Altri 7 casi di palme infette secondo l’assessore Marconi. Per alcuni vivaisti molti di più, e attaccano: “oltre a curare le palme bisogna prevenire, ponendo sottocontrollo ad una ad una le palme della riviera".

di Stefania Serino

un recipiente contenente le larve del coleottero

Punteruolo rosso, la lotta continua. E' il caso di dirlo anche se questa volta a scendere in campo sono alcuni vivaisti grottesi i quali non accettano il divieto di commercializzazione delle palme poiché estranei all'importazione e coltivatori di palme di piccola taglia.

"Il noto punteruolo rosso - ricorda un vivaista di una delle aziende Marconi - colpisce innanzitutto esemplari non più giovani - non capisco dunque perché dobbiamo astenerci dal vendere prodotti che non soltanto produciamo in proprio, ma rientrano in una categoria di palme giovani. Siamo costretti a sottostare ai dictat dell'Assam e ad attendere il rilascio del passaporto delle palme".

La protesta fa capo al divieto imposto sul commercio di esemplari palmizi finché non termini la sperimentazione, o meglio finché non venga trovato un metodo efficace e brevettato per la cura delle palme infette.

Molte critiche piovono da alcuni vivaisti anche rispetto alla sperimentazione praticata negli ultimi mesi dal comune di Grottammare unitamente ai tecnici Assam e ad alcuni ricercatori, che se da un lato trova consensi per la scelta del non abbattimento, dall'altro insinua molti dubbi sulla scarsa attività di prevenzione messa in campo.

Cosa ne pensa della sperimentazione praticata negli ultimi mesi dal comune?
"bisogna prevenire! - continua il vivaista di una delle aziende Marconi - non è possibile curare solamente palme che sono giunte oramai ad uno stadio di infezione avanzato, o meglio non è possibile intervenire quando si nota il collasso della pianta, si deve al contrario cercare di mettere in campo tutte le armi possibili per intervenire prima che ciò accada, per esempio controllando tutte le palme ad una ad una, comprese quelle sane, e sottoponendole al trattamento biologico a base di nematodi affinché si possa evitare innanzitutto l'insorgenza di tali insetti".

Dunque una prevenzione più serrata che si avvalga anche dell'ausilio dei vivaisti grottesi anziché tirarli fuori dal problema a cui però sono indirettamente esposti per via del divieto di commercializzazione di palme, anche se non di importazione.

Il bilancio aziendale ha risentito del problema?
"Certamente si - afferma uno dei Marconi - abbiamo perduto alcuni clienti a causa del fermo vendita e lo trovo ingiusto in quanto, come ripeto, non abbiamo palme di importazione ma esemplari giovani che produciamo e coltiviamo noi. Insomma ostinazione o poca collaborazione nei nostri confronti".

Meglio curare o abbattere?
Io sono favorevole al non abbattimento - afferma Umberto Marconi - benché l'azienda Vespuzio che rappresento si sia specializzata in vendita di oleandri, lecci e gardenie, credo che per quanto concerne il problema punteruolo rosso, si debba evitare assolutamente di abbattere piante che se trattate per tempo e con il giusto metodo possono sopravvivere. Purtroppo noi vivaisti di Grottammare paghiamo il prezzo della grande distribuzione che si è avvalsa dell'importazione, forse poco controllata di esemplari palmizi particolari, per cui ad oggi chi produce e coltiva sul territorio palme di un certo tipo è costretto a bloccare la vendita.

"bisogna curare le nostre palme - afferma uno dei Marconi - e posso dimostrarlo come del resto ho già fatto nei confronti dell'Assam che mi aveva diffidato lo scorso anno ad abbattere una palma che tuttavia, dopo il trattamento a cui l'ho personalmente sottoposta, si è ripresa (vedasi foto allegata).

01/12/2008





        
  



2+3=
la palma curata e "rinata"
una palma infetta sottoposta a potatura
esemplare di Paysandisia archon

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