Marcello D'orta allo chalet Malibu per presentare "Nessun porco è signorina
San Benedetto del Tronto | Dopo vent'anni dall'ultimo successo "Io speriamo che me la cavo", il professore torna con un'altra esilarante raccolta di temi dei suoi alunni.
di Francesca Poli

Sono passati quasi vent'anni e un po' di generazioni di alunni dal mitico Io speriamo che me la cavo, ma i bambini napoletani non hanno perso un briciolo della loro capacità di far ridere, sorprendere, e ridere ancora un po'.
Questa volta con l'umorismo involontario, la poesia naturale e la fantasia spiazzante che li caratterizza, si sono cimentati sull'argomento "animali", grazie a un progetto che Marcello D'Orta ha realizzato in collaborazione con la Lav (Lega Anti Vivisezione).
Nei loro temi, i ragazzini hanno espresso, a modo loro, tutta la condanna verso chi abbandona i cani per strada (Se si fanno una lastra, esce che non hanno il cuore); o contro certe odiose pratiche come la corrida (Sia il toro che il torero hanno le corne, ma il torero sono invisibili), i combattimenti fra cani (Il pit bull, tante che ne ha passate, che è triste pure se lo porti a Mirabilandia) o la vivisezione (Non ho mai sentito parlare di questa vivisezione, ma a naso è una cosa cattiva).
Spietati contro la caccia (Se mio padre facesse la caccia, vorrei bene solo a mia madre), dimostrano il loro amore verso tutti gli esseri viventi (Io prima di scamazzare una zanzara, gli dico un padrenostro), ma fino a un certo punto (Il capitone nasce numeroso proprio per essere mangiato, mi dispiace per la Lav, ma è così). E fra una notazione storica (Ci fu un impatto tra un meteorite e i dinosauri, e i dinosauri ebbero la peggio) e una naturalistica (Le api, approfittando che i fiori non si possono muovere, li violentano) lasciano uscire qualche giudizio pure sulla loro città: A Pozzuoli già sono scemi gli uomini, figuriamoci gli animali.
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18/07/2008
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