Cum grano 'salus'. Si continua con l'Asur 12 a piccole dosi
San Benedetto del Tronto | La sanità locale raccontata a piccole dosi prosegue il suo itinerario riprendendo il discorso appena aperto. Lincontro con il dott. Petrone e le prime linee generali sulla nostra situazione locale.
di Francesca Gironelli

Assodato il fatto che parlare di Sanità non è solo far riferimento ai nosocomi e che l'Asur Zona Territoriale 12 non è faccenda solo di San Benedetto e dintorni, ma coinvolge molti comuni, la conversazione con il dott. Petrone si è indirizzata verso la famosa e discussa "Area Vasta".
L'armonizzazione fra le risorse delle due Asur territoriali coinvolte, la 12 di San Benedetto del Tronto e la 13 di Ascoli Piceno, è uno dei compiti che il Direttore Generale Petrone sta affrontando.
Ma qual è la ragion d'essere di questa Area Vasta disposta dalla Giunta Regionale?
Di Aree nella Regione Marche ce ne sono cinque. Interessanti le finalità che legano l'Area 1 (composta dalle Zone di Pesaro, Urbino e Fano) e la nostra che è l'Area 5: essendo zone di confine si cercherà nel tempo di sviluppare due poli di eccellenza per far decrescere il fenomeno della "mobilità passiva".
E qui il dott. Petrone è ‘obbligato' a fornire un po' di chiarimenti. La "mobilità passiva" è quella mobilità sanitaria che vede il paziente migrare nelle regioni limitrofe utilizzando strutture e servizi che la Sanità marchigiana dovrà rimborsare. Ovviamente la "mobilità attiva" si verifica quando la nostra regione accoglie utenti ‘forestieri', come ad esempio accade con l'ospedale civile "Madonna del Soccorso" che ha utenti in arrivo dal vicinissimo Abruzzo.
La volontà sarebbe quella di garantire in queste Aree Vaste di confine servizi efficaci e di alto valore, soddisfacendo i bisogni dei cittadini in primis, riducendo poi la mobilità passiva aumentando quella attiva. Chiaro il progetto, difficile il percorso per l'ottenimento degli obiettivi.
Perché si sceglie di andare altrove e non nella struttura vicina? La risposta del dott. Petrone alla domanda, un po' tendenziosa a dire il vero, è stata diretta e risoluta. La migrazione sarebbe causata o da un servizio scadente - e questo è tacito - o perché non si riesce a soddisfare la domanda di servizi che l'utenza richiede, con la classica lista d'attesa. Quindi se i servizi non sono adeguati, si può fare un discorso di qualità o di quantità.
La caratteristica di questo ‘mercato umano' - si parla infatti di domanda e offerta - è che se l'offerta di servizi cresce e si è in grado di soddisfare un numero maggiore di richieste, l'afflusso non diminuisce ma aumenta considerevolmente. E il dott. Petrone lo spiega bene con l'aiuto di grafici per farmi capire come si sviluppa la curva della domanda in materia di servizi sanitari.
Allora la gente si sente ancora più bisognosa di cure se si ottengono in maniera spedita e magari senza costi? almeno questo c'è da pensare...
Questo problema di aumento vertiginoso della domanda non accade in altri settori.
Ma c'è da star tranquilli che la pacchia sanitaria di servizi a volontà non si verificherà, ci sono sempre i vincoli di budget dettati dalle Leggi Finanziarie.
E ti pareva.
Almeno abbiamo una spiegazione del fatto che le assunzioni non sono facili come bere un caffè, perché i soldi arrivano contati. Ma rimane sempre il fatto che non esiste un limite alla richiesta di servizi sanitari.
Qual è la causa? Siamo un popolo di malati cronici o da 118? Secondo quanto attesta il dott. Petrone, il nodo da dirimere sta nella differenza fra domanda del servizio e reale necessità della prestazione.
Il bisogno dunque non corrisponde alla domanda, e per farla breve se ho mal di stomaco non è sempre necessaria una gastroscopia. Gli esami di rito quando scoppio di salute in effetti potrebbero intasare la fila di attesa. E mi sembra ragionevole pensarci un po' su se ripeto controlli utili ma superflui se fatti troppo spesso.
Si chiude la conversazione con il dott. Petrone, che prima di congedarmi mi dà tre buone notizie.
La prima è che la Sanità italiana "è equa e solidale", perché garantisce tutto a tutti ed è la terza a livello mondiale in termini di qualità. Un Paese in cui un Welfare funziona, anche se con qualche difettuccio, dimostra di essere civile e democratico sul serio (senza accezioni politiche di sorta).
La seconda buona nuova è che fra poco si parte con la ristrutturazione dell'ospedale civile Madonna del Soccorso (piani -1 e -2), con l'appalto assegnato per mettere in sesto il Pronto Soccorso, la Medicina d'Urgenza, la Rianimazione e la Cardiologia. I lavori dureranno circa un anno e per questo non sarà possibile che si eviti di ristrutturare nei mesi estivi. L'impegno sarà quello di garantire i servizi in maniera efficiente anche durante il periodo in cui l'affluenza a questi reparti è maggiore perché ci sono i turisti.
Notizia nella notizia: la leggenda più o meno metropolitana che le fogne del Pronto Soccorso difettano, sarà finalmente accantonata. Tutto rimesso a posto con la ristrutturazione.
Ultima chicca sulla Tac. Quando arriverà la nuova apparecchiatura e bisognerà smontare la vecchia, nel periodo di transizione che sarà circa di 20 giorni verrà utilizzata una Tac mobile, costi elevati ma servizio garantito.
L'armonizzazione fra le risorse delle due Asur territoriali coinvolte, la 12 di San Benedetto del Tronto e la 13 di Ascoli Piceno, è uno dei compiti che il Direttore Generale Petrone sta affrontando.
Ma qual è la ragion d'essere di questa Area Vasta disposta dalla Giunta Regionale?
Di Aree nella Regione Marche ce ne sono cinque. Interessanti le finalità che legano l'Area 1 (composta dalle Zone di Pesaro, Urbino e Fano) e la nostra che è l'Area 5: essendo zone di confine si cercherà nel tempo di sviluppare due poli di eccellenza per far decrescere il fenomeno della "mobilità passiva".
E qui il dott. Petrone è ‘obbligato' a fornire un po' di chiarimenti. La "mobilità passiva" è quella mobilità sanitaria che vede il paziente migrare nelle regioni limitrofe utilizzando strutture e servizi che la Sanità marchigiana dovrà rimborsare. Ovviamente la "mobilità attiva" si verifica quando la nostra regione accoglie utenti ‘forestieri', come ad esempio accade con l'ospedale civile "Madonna del Soccorso" che ha utenti in arrivo dal vicinissimo Abruzzo.
La volontà sarebbe quella di garantire in queste Aree Vaste di confine servizi efficaci e di alto valore, soddisfacendo i bisogni dei cittadini in primis, riducendo poi la mobilità passiva aumentando quella attiva. Chiaro il progetto, difficile il percorso per l'ottenimento degli obiettivi.
Perché si sceglie di andare altrove e non nella struttura vicina? La risposta del dott. Petrone alla domanda, un po' tendenziosa a dire il vero, è stata diretta e risoluta. La migrazione sarebbe causata o da un servizio scadente - e questo è tacito - o perché non si riesce a soddisfare la domanda di servizi che l'utenza richiede, con la classica lista d'attesa. Quindi se i servizi non sono adeguati, si può fare un discorso di qualità o di quantità.
La caratteristica di questo ‘mercato umano' - si parla infatti di domanda e offerta - è che se l'offerta di servizi cresce e si è in grado di soddisfare un numero maggiore di richieste, l'afflusso non diminuisce ma aumenta considerevolmente. E il dott. Petrone lo spiega bene con l'aiuto di grafici per farmi capire come si sviluppa la curva della domanda in materia di servizi sanitari.
Allora la gente si sente ancora più bisognosa di cure se si ottengono in maniera spedita e magari senza costi? almeno questo c'è da pensare...
Questo problema di aumento vertiginoso della domanda non accade in altri settori.
Ma c'è da star tranquilli che la pacchia sanitaria di servizi a volontà non si verificherà, ci sono sempre i vincoli di budget dettati dalle Leggi Finanziarie.
E ti pareva.
Almeno abbiamo una spiegazione del fatto che le assunzioni non sono facili come bere un caffè, perché i soldi arrivano contati. Ma rimane sempre il fatto che non esiste un limite alla richiesta di servizi sanitari.
Qual è la causa? Siamo un popolo di malati cronici o da 118? Secondo quanto attesta il dott. Petrone, il nodo da dirimere sta nella differenza fra domanda del servizio e reale necessità della prestazione.
Il bisogno dunque non corrisponde alla domanda, e per farla breve se ho mal di stomaco non è sempre necessaria una gastroscopia. Gli esami di rito quando scoppio di salute in effetti potrebbero intasare la fila di attesa. E mi sembra ragionevole pensarci un po' su se ripeto controlli utili ma superflui se fatti troppo spesso.
Si chiude la conversazione con il dott. Petrone, che prima di congedarmi mi dà tre buone notizie.
La prima è che la Sanità italiana "è equa e solidale", perché garantisce tutto a tutti ed è la terza a livello mondiale in termini di qualità. Un Paese in cui un Welfare funziona, anche se con qualche difettuccio, dimostra di essere civile e democratico sul serio (senza accezioni politiche di sorta).
La seconda buona nuova è che fra poco si parte con la ristrutturazione dell'ospedale civile Madonna del Soccorso (piani -1 e -2), con l'appalto assegnato per mettere in sesto il Pronto Soccorso, la Medicina d'Urgenza, la Rianimazione e la Cardiologia. I lavori dureranno circa un anno e per questo non sarà possibile che si eviti di ristrutturare nei mesi estivi. L'impegno sarà quello di garantire i servizi in maniera efficiente anche durante il periodo in cui l'affluenza a questi reparti è maggiore perché ci sono i turisti.
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15/05/2008
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