Giro d'Italia al via
Palermo | Credo che dal 1909 non ci sia mai stato un giro d'Italia "brutto", ovvero non polemico. Polemica sul trasferimento, oggi, sul breve interminabile viaggio con il traghetto dalla Sicilia alla Calabria. Il mare era mosso.
di Renato Novelli

Ma… E’ la parte politica del Giro. Nel 1946, i corridori furono assaliti lungo le strade della Slovenia e accolti trionfalmente a Trieste dagli italiani. Oggi, gli organizzatori, come gli sloveni di allora, fiutano i tempi della politica e si scusano invocando indirettamente il ponte sullo Stretto di Messina. Ma.. Un ponte non modifica il fatto che la ferrovia siciliana è ancora a scartamento ridotto. Perché no, un treno sottomarino come nel “Channel” da noi ostinati provinciali, la Manica.
Il Giro d’Italia è un’istituzione che penetra nelle nostre vene, al di là del successo del “Calcio”(pensate un po’ a questo termine un po’ poetico e italiano). Sarebbe come se chiamassimo il ciclismo “pedalata”.
Il Giro pedalato è nella fase della gestazione: tappe per velocisti, tanti nomi, pedalate furiose, ma la maglia rosa è lontana dal padrone finale. Nelle prime tappe meridionali, il Giro ha le sue immagini forti: le ginestre in fiore a Maggio, il verde lucente del grano e delle foglie tenere sugli alberi, il mar Jonio ed anche Vanderbrucke (chissà se si scrive così) che va in fuga per 170 Chilometri, non vince la tappa, ma distanzia spiritualmente la passeggiata sponsorizzata del matematico divo Odifreddi e dello storico Cardini, in cammino artificiale e radiofonico verso Sant’Jago de Compostela, in Spagna.
E alla fine, ci piace Cavendish che a 22 anni vince la volata. De Luca controlla, il Giro, con autorità. Sembra Eddy Merckx del secolo scorso. Nessun corridore fu mai uguale all’altro, ancor di più ad un secolo di distanza.
Chi vincerà? Oggi non lo sappiamo. Di certo non Schlik, che lo scorso anno arrivò secondo a 18 anni di età. Intanto guardiamo le volate. I lombi che si muovono, le gambe forti come tronchi. Meditate perché la bicicletta non è più un mezzo di trasporto, ma una categoria della cultura, fin dal tempo lontano di un film straordinario di De Sica (per carità Vittorio, non il figlio natalizio).
Il mondo intero ammirò la piccola storia di un piccolo furto di una piccola bicicletta. Eppure una tragedia di uomini reali. Qui al massimo si ruba una vittoria e una maglia. Biciclula blandula, sei la storia di un paese che fa finta di non conoscerti. Alle salite, alle salite…
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13/05/2008
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