Pesca marittima. Petrini precisa sul blocco unilaterale croato della pesca in Adriatico
Ancona | "L'istituzione della zona di tutela croata vietata ai nostri pescatori andrebbe ad incidere pesantemente sul settore della pesca italiana mettendo in ginocchio un intero comparto che vive una prolungata e grave crisi".
Relativamente alla notizia del peschereccio fermato, rilasciato dietro ammenda, invece si è appurato che questo era entrato nelle acque territoriali croate. La vicenda è perciò diversa dai problemi relativi alla zona di protezione ecologica avviata unilateralmente dalla Croazia.
Informalmente il ministero ha rassicurato le marinerie di continuare la loro attività pur invitandoli a prestare attenzione, più di prima, a non sconfinare nelle acque territoriali croate".
Commenta così l'assessore regionale alla Pesca Marittima, Paolo Petrini, l'evoluzione della vicenda legata all'avvio dal primo gennaio di quest'anno di una zona di protezione ittico ambientale in Adriatico.
Come sottolineato già da Petrini nella nota indirizzata nei giorni scorsi al ministro De Castro, l'istituzione della zona di protezione ecologica, avvenuta formalmente nel 2003, è entrata in vigore il primo gennaio 2008, e non si limita alle sole acque territoriali croate, bensì si estende fino a metà Adriatico ed oltre. Acque dove per tradizione secolare si recano i nostri pescatori a causa della particolare conformazione del mare Adriatico.
Per questo l'Assessore aveva lanciato l'allarme al Ministro prima del fatidico primo gennaio, affinché vi fosse un intervento sia presso l'Unione Europea sia nei rapporti bilaterali tra Italia e Croazia, per arrivare a una moratoria nella applicazione della misura.
"L'istituzione della zona di tutela croata - avvertiva Petrini nella lettera a De Castro - vietata ai nostri pescatori, ove attuata con l'attuale delimitazione andrebbe ad incidere pesantemente sul settore della pesca italiana mettendo in ginocchio un intero comparto che vive una prolungata e grave crisi".
Vista la rilevanza della situazione creatasi e per seguirne gli sviluppi, Petrini è in queste ore in costante contatto con gli uffici della Direzione generale della Pesca Marittima e Acquacoltura del Ministero mentre sembra probabile un intervento della Farnesina, visti i riflessi internazionali legati alla vicenda.
Intanto L'UE avrebbe intimato a Zagabria di non applicare il progetto di riserva marina in Adriatico, per evitare conseguenze negative sul negoziato per l'adesione all'Unione stessa. Bruxelles sosterrebbe la necessità di trovare una soluzione comune non appena entrerà in carica il nuovo governo croato.
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06/01/2008
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