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"Il Principe azzurro e la donna di oggi"

San Benedetto del Tronto | Cos'è il mito del Principe azzurro oggi? Non è facile dare definizioni in quanto dipende dal profilo di donna che intendiamo relazionare. Per una donna tra i trenta e i quaranta anni il mito del Principe azzurro ha diverse facce.

di Felice Di Maro

Negli anni sessanta nasce il "fotoromanzo". Tra evasione dalla realtà e voglia di conoscere nuovi stili di vita si afferma un nuovo modo di pianificare la propria vita.
Correvano i mitici anni sessanta. Mitici in quanto si era affermata una metafora con la quale si cercava di nascondere quello che in realtà è stato quel periodo. In pratica è stata una fase della nostra storia molto diversa da quelle avute dopo, e, naturalmente niente in comune con quella contemporanea sia per i consumi e sia anche proprio per il modo di vivere e per le relazioni umane.

Per i consumi. Quelli alimentari erano ridotti per quantità: la carne la si mangiava solo una volta durante la settimana, la domenica, e, a tavola a livello popolare s'intende, ci si sedeva a tavola solo una volta al giorno, e ad orario prestabilito, chi c'era, c'era, e chi non c'era, non c'era. E, quando andava bene c'era solo il secondo con un contorno ma spesso c'era solo il primo piatto, e, se andava regolare una fetta di pane con un pezzo (assicuro piccolo) di formaggio o un formaggino, oppure qualche oliva nera con olio e d'estate insalata di pomodoro.

Quelli di abbigliamento non esisteva il capo nuovo. Si passavano gli abiti dal fratello maggiore al fratello minore e dalla sorella grande alla sorella piccola. L'abito nuovo quando capitava che lo si comprava era per la prima comunione oppure per partecipare ad uno matrimonio di un parente stretto o comunque un conoscente di rilievo.

Per il modo di vivere. C'era una situazione squallida in quanto non esistevano diritti, e di nessun tipo. Nei luoghi di lavoro quando si reclamavano il rispetto delle leggi ad esempio sulla sicurezza del lavoro, il licenziamento era la logica conseguenza. Solo con le "Commissioni Interne" in aziende con un certo numero di addetti s'intende i sindacati riuscivano a far rispettare le leggi sul lavoro allora in vigore. Una svolta vera la si è avuta solo con il sessantotto che è stato il momento più alto ed esaltante della storia dei lavoratori italiani.

E questo per il lavoro mentre nelle relazioni uomo-donna nel sud era in uso la "fuitina" che consisteva nella scelta di una giovane coppia di lasciare le proprie case e vivere un periodo di tempo da soli. Tutto ciò capitava quando le famiglie non ammettevano la loro unione.

Il breve quadro, sintetico e dichiaratamente incompleto (Ritornerò su questi temi!!) fa giustizia da solo dei vari luoghi comuni che spesso si ascoltano in televisione o nei salotti d'ordine, compresi s'intende quelli universitari quando nella noia capita qualcosa che si possa chiamare confronto. Confronto con il quale si cerca in tutti i modi di far apparire rosea una situazione sociale che speriamo non torni mai più. Era tale l'angoscia anche perché in alcuni ambienti sociali non vi erano neanche le condizioni per far nascere un minimo di speranza.

Nelle case si stava male sia per spazio anche se c'erano i servizi igienici e l'acqua. Gli spazi a disposizione di ognuno erano veramente ristretti. Non c'era un angolo dove appartarsi in privato e mettersi a pensare. Solo di notte era possibile immaginare il proprio futuro quando si dormiva e quindi si poteva sognare. Sì, caro lettore! Giovane di oggi! Sognare era proprio un lusso e lo si poteva fare solo quando non si era stanchi. Il lavoro, quando c'era s'intende era duro e a volte non appena ci si addormentava era talmente la stanchezza che non si riusciva neanche ad entrare nell'area dei sogni.

Sono state queste le condizioni che in massima parte hanno fatto lentamente ma inesorabilmente fatto affermare il mito del Principe azzurro? Si tenga conto che dal dopoguerra la scuola elementare è stata veramente per tutti. Si è trattato di una svolta epocale che ci ha fatto diventare popolo da sudditi che eravamo prima. In Italia con la Costituzione entrata in vigore il primo gennaio del 1948 si è affermata anche una nuova idea proprio di intendere la vita e per la prima volta le aspettative di ognuno hanno potuto formarsi con evoluzioni ritmate da un immaginario collettivo che si andava formando.

L'immaginario collettivo italiano è stato un processo lento ma strutturato per dare anche una svolta nei modi di organizzare la propria vita. Chiaramente il cinema ha dato un contributo importante ma il mito del Principe azzurro nasce con il "fotoromanzo". Una sorta di rivista che ha avuto in qualche modo il suo complemento con il fumetto. Nelle varie storie narrate l'uomo appare sempre vincente e forte mentre nella realtà era povero e socialmente perdente. Le trame dei racconti erano lontane dalle vicende di tutti i giorni. La ragazza degli anni sessanta si innamora così del Principe azzurro.

Si tratta di uomini che fanno gli imprenditori oppure che sono impiegati di alto livello in aziende che in Italia si andavano formando. Il lieto fin, offre veramente una motivazione forte per il Principe azzurro. Il mito però ebbe una bella botta con il sessantotto. Con la nascita del movimento delle femministe nasce per la donna almeno a livello ideologico che il proprio uomo in qualche modo deve essere reale e cioè deve essere quello di tutti i giorni.

Sia chiaro il processo è durato poco fino a quando non nasce la televisione commerciale che ha riproposto di nuovo il Principe azzurro. Ovviamente in versione diversa e più raffinata. Questo mito, grazie alla televisione commerciale, dura ancora oggi. Oggi però siamo chiamati veramente a fare i conti in quanto stiamo attraversando una fase di crisi nei rapporti uomo-donna.

Cosa è il mito del Principe azzurro oggi? Non è facile dare definizioni in quanto dipende dal profilo di donna che intendiamo relazionare. Per una donna tra i trenta e i quaranta anni il mito del Principe azzurro ha diverse facce. Se la nostra donna è un'operaia di fabbrica è chiaro che il sistema delle fiction televisive propone un livello sociale più o meno uguale ma se la nostra donna è per esempio un avvocato allora il livello sociale deve essere più alto, e minimo un operatore della finanza. Sembrerà strano ma la logica è che i livelli popolari non debbono avere aspirazioni alte ma sognare non oltre il possibile, per il suo uomo il profilo deve essere al massimo ad un livello sociale opiù alto.

Mentre per i livelli professionali si deve andare in alto. Ovviamente se andiamo ad analizzare le aspettative del Principe azzurro delle donne dai venti anni a trenta anni abbiamo anche una situazione maggiormente negativa e sempre per il nostro uomo s'intende. In questa classe di età l'uomo della realtà non viene per niente preso in considerazione. Sia chiaro i processi economici negativi di questi anni hanno portato il nostro uomo ad essere precario e ad non avere più spirito d'iniziativa per avere relazioni sentimentali con una donna.

Si pensi quando non si sa se il proprio contratto che magari è di tre mesi e se potrà essere rinnovato, oppure che sia pendolare con tre ore con tre ore di viaggio al giorno quando va bene s'intende. Ma vi è di più. Se si è uno studente universitario tra lezioni e esami c'è uno stress da incubo. Non c'è la forza spirituale per far nascere un'idea, anche piccola di iniziativa per far nascere una relazione d'incontro figuriamoci amorosa.

Da un lato la donna vuole -grazie alla manipolazione delle menti dei vari programmi televisivi- un superuomo che stia bene economicamente in primis ma che sia fisicamente perfetto. Dall'altro non ci sono le risorse economiche neanche per apparire quello che si vorrebbe, figuriamoci se realmente si dovrebbe essere quello che si dovrebbe per le aspettative delle donne di oggi.

Una svolta si impone. Bisogna che l'uomo di oggi faccia le sue scelte altrimenti corre il rischio di restare solo e potrebbe vivere in isolamento affettivo per davvero.
Bene! Ora che lo abbiamo enunciato poniamoci anche la domanda di come l'uomo di oggi possa in qualche modo riproporsi all'attenzione della nostra donna e assumiamo comunque il dato che l'età della donna di riferimento sia dai venti ai quaranta anni. Perché è necessario che l'età in qualche modo si annulli per cogliere le distanze che separa il quadro reale delle scene sociali di oggi da quello che si coglie in televisione? Annullare l'età è indispensabile in quanto i messaggi delle fiction dei reality e delle altre trasmissioni televisive sono articolati e raffinati.
Non viene mai proposto una sola tipologia di uomo.

Il Principe azzurro televisivo ha più facce ma ha un solo dato comune: nella realtà non ne trovi uno neanche se lo cerchi con il lanternino. Ma dove è quindi la possibilità di fare breccia in questo muro di immagini irreali? La debolezza sta proprio nel fatto che ne sono tanti e diversi i Principi azzurri rispetto a quelli degli anni sessanta. Prima veniva presentata una sola tipologia con qualche variante e in prevalenza estetica.

Ma perché la diversità è una debolezza del sistema? La debolezza sta nel fatto che tra i vari modelli che si colgono si possono riproporre modelli reali che hanno una distanza minore rispetto a quelli delle fiction e quindi si possono scambiare tra di loro senza che la nostra donna noti troppo le differenze.

Ma potrà funzionare? Ovviamente dipende dalle condizioni soggettive che possono variare anche di molto ma un a cosa è certo. Se un modello reale si confonde con quelli irreali prima o poi qualcosa succederà. Potrà capitare ad esempio che un modello reale venga scambiato per irreale ma non viceversa in quanto un modello reale ha più possibilità di essere colto proprio perché è fuori dal video e non è analizzabile in tempo reale.

01/12/2007





        
  



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