Le Cooperative Sociali spesso producono sottosviluppo e sfruttamento
San Benedetto del Tronto | Lettera alla redazione. "Un diplomato che viene retribuito 5 euro all'ora non è certamente gratificante, ma è ancora più assurdo se la Cooperativa per quell'ora di lavoro percepisca 20 euro."
Riceviamo da Enrico Gasparri, Presidente del Comitato Cittadino per la difesa della vita in montagna la seguente segnalazione:
"Gli Enti Pubblici per erogare servizi al cittadino fanno sempre più ricorso a Cooperative Sociali, giustificando tale soluzione necessaria per l'esiguità delle risorse sia finanziarie che umane.
Ogni anno si deve fare i conti con i limiti sulle assunzioni imposti dalla finanziaria e taglio dei trasferimenti statali. In questi anni la Regione Marche ha investito una consistente parte del suo bilancio per finanziare servizi al cittadino, creando degli Ambiti Sociali gestiti dai Comuni che si avvalgono di Cooperative per l'erogazione di servizi. Le Cooperative che sono nate con il nobile intento di inserire nel mondo del lavoro tutti quei soggetti che ne hanno bisogno, si sono trasformate in aree di "sottosviluppo economico e luoghi di sfruttamento dei giovani" che si affacciano nel mondo del lavoro.
Un diplomato che viene retribuito 5 euro all'ora non è certamente gratificante, ma è ancora più assurdo se la Cooperativa per quell'ora di lavoro percepisca 20 euro.
Spesso accade che questi ragazzi non siano regolarmente retribuiti e senza contratti di lavoro. Come può accadere tutto ciò? I risultati sono sotto gli occhi di chi vuol vedere la realtà per quello che è: carichi di lavoro assurdi rispetto a quanto percepiscono, proliferazione di contratti (quando ci sono) i più diversi anche se in presenza di una stessa tipologia e quantità di lavoro da svolgere.
Sarebbe ancora più assurdo se gli operatori anziché fare il "servizio educativo territoriale" (cofinanziato dalla Regione Marche) venissero utilizzati "nell'assistenza agli alunni della scuola materna negli scuolabus" (a carico dei Comuni). Oramai è diventata quasi una costante che, l'ente pubblico esternalizzando uno o più servizi non solo non risparmia, ma gli viene a costare di più che in gestione diretta. Perché allora, si continua ad esternalizzare?
Non c'è una logica economica che sta alla base di queste scelte amministrative. Molto spesso le cooperative sociali sono un moderno strumento di sfruttamento della manodopera e la cosa è ancora più odiosa se pensiamo che una parte di questi lavoratori sono portatori di deficit fisici e mentali in quanto almeno il 30% dei lavoratori devono essere persone svantaggiate previste dalla legge 8-11-1991. Non è un caso che negli ultimi dieci anni il numero delle cooperative sociali che si sono affacciate al mercato del lavoro, sono aumentate vertiginosamente e spesso sfocia in una variante di clientelismo politico che viene praticata alla luce del sole.
Un conto è praticare la solidarietà e quindi valorizzare la persona al di là dei suoi limiti fisici, un altro è la ricerca del profitto sfruttando quelle stesse persone che si dovrebbero aiutare e valorizzare. E' evidente che in questa realtà poco edificante un ruolo fondamentale lo svolge l'ente pubblico, maggior fornitore di lavoro per le cooperative. Ha dell'incredibile per quanto sta accadendo: l'Ente pubblico ai vari livelli, oggi, è il maggior produttore di precarietà e sottosviluppo economico nel nostro Paese.
Un'indagine in merito la sta compiendo la trasmissione televisiva Report in quanto le segnalazioni arrivano da tutta l'Italia e lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico in merito al protocollo sul Welfare per l'attuazione del capitolo Cooperazione ha prodotto una serie di impegni che sono stati raccolti in un "protocollo Cooperazione" firmato il 10 ottobre 2007.
Le Direzioni Provinciali del lavoro entro il 31 ottobre hanno convocato le strutture sociali delle Parti Sociali firmatarie per la "costituzione degli osservatori" e con tale strumento anche i Sindacati ora hanno strumenti importanti per superare la "precarietà e i contratti pirata". Ai Sindaci del nostro territorio si rivolge l'invito di monitorare l'attività delle Cooperative anche per evitare che la nuova generazione che si affaccia al mondo del lavoro pensi che possa sussistere ad "una sorta di connivenza" tra le Istituzioni, (che più degli altri dovrebbero difendere i "diritti dei lavoratori") e le Cooperative stesse".
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24/11/2007
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