No alla spartizione del PD e al "continuismo"
San Benedetto del Tronto | Si avvicina la scadenza per l'elezione dei coordinatori provinciali provvisori. Abbiamo sempre pensato e detto che il Pd deve essere un partito vero.
di Tonino Armata

Ma ora che abbiamo il segretario quel che conta è radicare il partito nuovo in mezzo alla gente, nelle realtà vive del paese. E per quanto ci riguarda la formazione, per quanto provvisoria, delle assemblee provinciali e dei coordinatori provinciali non è meno importante dell'elezione dell'assemblea costituente.
A Milano era stato detto che sarebbe stato opportuno seguire, anche in questo caso, le regole previste dal Comitato dei 45 e procedere ad un'elezione diretta. Il dispositivo che invece è stato approvato affida questa scelta solo ai costituenti nazionali e regionali. La circolare che è stata diramata ieri conferma un meccanismo autoreferenziale, una procedura tutta interna, chiusa, direi persino nascosta.
Per questo chiedo al segretario nazionale e al segretario regionale di rispettare almeno due condizioni. La prima è che non si può dimenticare che siamo in una fase costituente, in cui non esistono maggioranze o minoranze. Se, al contrario, nell'assegnazione dei nuovi incarichi prevale la logica della maggioranza vorrà dire che avremo scambiato le primarie per un congresso.
La seconda è che va evitata la continuità tra i segretari uscenti dei due partiti fondatori e i coordinatori provinciali provvisori. In Italia troppo spesso nulla è più definitivo di ciò che si annuncia come provvisorio, non possiamo perciò correre il rischio di avere metà partito governato da chi nella Margherita era segretario provinciale e l'altra metà da chi lo era nei Ds.
Se le elezioni del 24 novembre si risolvono in un'operazione di spartizione a tavolino delle cariche, avremo smentito l'innovazione delle primarie e l'idea stessa di partito nuovo. Non si può procedere in questo modo.
Se vogliamo costruire un partito davvero democratico, vanno fin d'ora create le condizioni per proporre coordinatori provinciali nuovi, tenendo conto del peso e del ruolo delle donne e capaci di esprimere la natura plurale del partito. E la stessa apertura alla società e alla novità del Pd va garantita nelle elezioni dei presidenti delle assemblee provinciali.
Siamo ancora in tempo? Non lo so, certo la fretta con cui si sta procedendo solleva più di un dubbio, e soprattutto fa temere che già prima di conoscere l'esito delle primarie si fosse stabilito di procedere ad una spartizione territoriale del partito. A noi tutto questo non piace e siamo pronti a proporre e a votare in ogni territorio persone che esprimono il profilo del Garante di una fase provvisoria. Siamo pronti a lavorare con chi vuole tenere aperta e viva il cammino costituente del Pd.
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17/11/2007
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