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Garanzini: "Il calcio è molto malato. Ma non è morto"

San Benedetto del Tronto | Il giornalista Gigi Garanzini ha presentato il suo libro "E continuano a chiamarlo calcio". Una critica senza censure a tutto ciò che gravita attorno al mondo del pallone. Una situazione nera dalla quale però fortunatamente spiccano delle luci di speranza

di Marco Braccetti

Finché c'è vista c'è speranza. E fino a quando avranno vita gli appassionati del calcio italiano continueranno a sperare che il loro sport preferito possa essere lavato totalmente e definitivamente da ogni lordura accumulata in anni ed anni di mal sistema. Certo, "E continuano a chiamarlo calcio" il libro presentato ieri alla Palazzina Azzurra non favorisce tali speranze. Anzi, demolisce ancor di più il gia traballante castello di carte che è tutt'oggi il nostri sistema calcio. Insieme con Gigi Garanzini, autore del volume e giornalista sportivo c'erano Mimmo Minuto della Libreria "La Bibliofila", organizzatrice degli incontri letterari, ed il giornalista sambenedettese Pasquale Bergamaschi.

Bergamaschi va subito al cuore del problema, chiedendo a Garanzini cosa debba fare il lettore del libro, una volta resosi conto di tutti i mali del calcio?
"Non smettere di seguirlo.- risponde sicuro l'autore- Sarebbe come darla vinta a tutti quei cialtroni che gravitano attorno al mondo del pallone." Bergamaschi invece è convinto che "Dopo la panoramica desolante che ci offre con il suo libro Garanzini un vero sportivo dovrebbe abbandonare il calcio. E la nostra Federazione dovrebbe prendere esempio da altre federazioni straniere". Il giornalista del Resto del Carlino ricorda che negli Stati Uniti qualche anno fa venne bloccato per una stagione il seguitissimo campionato di basket professionistico (NBA) perché alcune squadre che vi partecipavano erano in odore di corruzione. "Invece in Italia- gli fa eco Garanzini- si cerca di coprire le malefatte delle squadre ci calcio con provvedimenti giuridici formulati ad hoc"

L'autore, che ogni domenica sera di campionato conduce su Sky una riuscitissima trasmissione di commento alla giornata, ci tiene a precisare che il suo lavoro non è nato dalla voglia di tornare al calcio degli anni passati. Perché anche in quegli anni leggendari esistevano in questo sport dei loschi traffici che ne infangavano l'onorabilità: "Ma almeno una volta si rispettava la forma- scherza Garanzini- E poi trent'anni fa non c'erano telefonini e non si rischiava di essere intercettati. Chissà se avessero intercettato Allodi- storico manager juventino nda- cosa sarebbe scappato fuori..."

Con i toni pacati che lo caratterizzano e con la metodicità del cronista di razza Garanzini dipinge l'essenza di uno sport arrivato orami alla frutta. Dove il marketing la fa da padrone e dove procuratori venditori di fumo fanno lievitare oltre ogni decenza costi e compensi dei loro protetti. Il calcio che ci descrive Garanzini sembra aver perso la sua identità, come se si fosse "modificato geneticamente" divenendo qualcosa che con i sani principi sportivi c'entra ormai ben poco.

La finestrella della speranza di un calcio migliore non è definitivamente chiusa. L'autore individua due fatti significativi che possono far ben sperare per un futuro più sereno: l'elezione di Platini a presidente del UEFA: "L'elezione di un ex calciatore a massimo dirigente del calcio europeo non può che far felice tutti quelli che vogliono il bene di questo sport"

L'altro fatto di rilievo risale a qualche anno fa: si tratta della rinuncia di Luca Miserocchi (giocatore del Cervia prima che arrivasse il carrozzone di Mediaset con il reality Campioni) di partecipare allo show di Italia1, rinunciando alla vana notorietà di qualche mese per proseguire altrove la sua carriera da calciatore. "Miserocchi non ha fatto una carriere brillantissima in questi anni, ora è capitano dell'Alfonsine, ma è l'emblema di tutti quei ragazzi che ancora credono nei principi autentici del calcio. Quelli che vogliono lavorare duramente sul campo e praticano questo sport magari solo per il piacere di giocarlo. Questi ragazzi sono il futuro del calcio. Non sono molti, ma dobbiamo ripartire da loro"

La serata si è conclusa come sempre allo Chalet " Da Luigi", dove Alessia e Matteo Capriotti hanno trattenuto l'ospite con le loro pietanze di prima scelta, annaffiate da vini doc autoctoni.

Foto di Alberto Cicchini

Il prossimo appuntamento con la rassegna "Incontri con l'autore" è per mercoledì 25 luglio, quando alla Palazzina Azzurra arriverà Paola Gassman con il suo libro: "Una grande famiglia dietro le spalle"

20/07/2007





        
  



5+4=
Gigi Garanzini con il suo libro
Bergamaschi e Garanzini
Mimmo Minuto
Pasquale Bergamaschi

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