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Mazzagufo esce dal carcere di Ancona

Ancona | L'Avvocato:"Non risulta che il Mazzagufo abbia cosparso di benzina le suppellettili ed i mobili dell'ufficio regionale, come non è emerso che si sia cosparso i vestiti del medesimo liquido infiammabile."

Riceviamo dall'avv. Cristina Perozzi e pubblichiamo il seguente comunicato stampa:

"In data odierna Elvio Mazzagufo è stato rilasciato dal Carcere di Ancona, dopo essere stato sottoposto ad interrogatorio da parte del GIP del Tribunale di Ancona e conseguente udienza di convalida dell'arresto.

Il Giudice per le indagini preliminari, dopo aver ascoltato le ragioni di Mazzagufo, ha ritenuto allo stato di dover convalidare l'arresto, stante l'apparenza dei fatti costituenti reato. Ci si riserva la verifica nel merito di quanto accaduto durante il processo dibattimentale, che verrà celebrato in seguito.

Ad oggi al Mazzagufo è fatto divieto di dimorare nei comuni di Ancona e Porto San Giorgio, luogo di residenza del dott. Uriano Meconi , il dirigente della Regione Marche all'interno del cui ufficio sarebbero accaduti i fatti.

Va precisato tuttavia che durante l'udienza di convalida, alla luce di quanto verbalizzato dalle forze dell'ordine intervenute e delle dichiarazioni dei testimoni, sono emerse alcune inesattezze rispetto a quanto dichiarato nel comunicato stampa del 21 maggio u.s.

In particolare non risulta che il Mazzagufo abbia cosparso di benzina le suppellettili ed i mobili dell'ufficio regionale, come non è emerso che si sia cosparso i vestiti del medesimo liquido infiammabile.

Non è emerso che il Mazzagufo si sia barricato all'interno dell'ufficio regionale, e che tal uopo abbia utilizzato un divano contro la porta di ingresso, mentre è emerso a contrario che all'arrivo della Polizia, già all'interno dell'ufficio vi fosse un funzionario regionale che colloquiava con il Mazzagufo, cercando di tranquillizzarlo.

Non è emerso infine che il Mazzagufo abbia minacciato alcuno dei dipendenti regionali, ovvero di dare fuoco agli uffici regionali, mentre è emerso che lo stesso abbia minacciato di darsi fuoco qualora non gli avessero spiegato i motivi del ritardo nell'iscrizione all'albo degli esercenti l'attività di ittiturismo.

Il Mazzagufo infine non pare abbia opposto resistenza alcuna alla Polizia intervenuta, alla quale si è consegnato immediatamente chiedendo di aiutarlo a risolvere il suo problema altrimenti, per la disperazione, avrebbe compiuto il gesto insano di darsi fuoco.

Il P.M. non ha proceduto subito con il giudizio direttissimo, in tal modo ritenendo di dover compiere ulteriori indagini preliminari in merito ai reati addebitati al Mazzagufo.

La difesa del Mazzagufo tenterà di dimostrare che le condotte tenute sono state solo il frutto di una estrema esasperazione, e che erano dirette esclusivamente ad attirare attenzione sull'impossibilità, immotivata ed oramai protrattasi per anni, per il Mazzagufo di lavorare.

Il Mazzagufo in definitiva, si è lasciato predente dalla disperazione, in considerazione che per tanto tempo ha subito insormontabili ostacoli burocratici senza poterne capire le ragioni, e ad oggi - nell'imminente inizio della stagione turistica - non ha ancora ottenuto un' iscrizione all'albo regionale - e non una autorizzazione - nonostante l'istruttoria fosse conclusa e non gli fosse stata richiesta nessuna ulteriore integrazione."

24/05/2007





        
  



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