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Anche il Sindaco Gianni Chiodi parteciperà al “Family Day” del 12 maggio 2007

Teramo | E Forza Italia organizzerà pullman gratuiti per la manifestazione. Chiodi: “Auspico una partecipazione convinta e numerosa delle famiglie teramane”.

di Nicola Facciolini

Gianni Chiodi Sindaco di Teramo

Anche il Sindaco di Teramo Gianni Chiodi parteciperà, da privato cittadino, al "Family Day" del 12 maggio 2007 a Roma. E Forza Italia organizzerà pullman gratuiti per la manifestazione, con partenza da Teramo ed altri centri della provincia, per esprimere la solidarietà dei cittadini teramani alla Chiesa Cattolica e al Magistero del Santo Padre Benedetto XVI.

Mosso dall'intenzione di intervenire sulla vicenda dei DICO, l'acronimo ormai famoso che sta per "DIritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi", il primo cittadino di Teramo, come anticipato sulle pagine del settimanale diocesano "L'Araldo Abruzzese", spiega le ragioni della sua partecipazione. "Due sono le ragioni - afferma Chiodi - entrambe alla base della mia personale contrarietà al provvedimento di Legge che amplia i diritti della famiglia naturale alle famiglie cosiddette di fatto". Riprendendo Piero Ostellino dal Corriere della Sera, "vale la pena dire innanzitutto cosa sono i DICO, nell'accezione critica che ad essi viene conferita.

E allora si potrebbe parlare di mortificazione dell'idea di famiglia come "unione naturale", di intrusione dello Stato negli affari privati, di ferita inferta ai cattolici, forse anche di incapacità dei politici di trovare mediazioni più appropriate e, ahinoi, infine di ennesimo sacrificio da perpetrare sull'altare dell'omologazione". In una sorta di chiaroscuro, Chiodi spiega cosa i DICO non sono. "Bene, i DICO, a guardarli come mera espressione normativa, non sono la negazione della sacralità della famiglia, né la negazione della famiglia in quanto fondamento della società civile; non sono la testimonianza della separazione laica tra Stato e Chiesa e non sono testimonianza di separazione tra politica e religione; probabilmente i famigerati DICO non sono nemmeno un compromesso fra religiosità, laicità, diritto". Secondo Chiodi in realtà i DICO "a me paiono un compromesso, un rifugio del legislatore (e del politico) dettato quasi dalla necessità di evitare contrapposizioni rischiose, ingenerate (e in taluni casi minacciate) da chi si erge a paladino di diritti negati". La questione è in realtà semplice. "La prima delle ragioni, è connessa all'idea di famiglia che mi appartiene e che ritengo appartenga alla maggioranza dei teramani.

La famiglia raccoglie ed accoglie nel suo seme, usi, credenze, costumi, tradizioni, regole, norme, prescrizioni morali, proiezioni economiche che sono proprie del nostro popolo. Essa perpetua il sentire comune, adattandolo alle dimensioni di una comunità minima ma anche sublimandolo nella sua più radicata affermazione". E allora, la prospettiva di una famiglia che nella sua composizione venga di fatto snaturata, mescolando ruoli, attribuzioni e perfino peculiarità naturali, "è una prospettiva che incute preoccupazione. Non è una questione di laicità dello Stato ma è di più: è l'essenza stessa della nostra cultura, della storia da cui proveniamo. I DICO, col pretesto del riconoscimento di diritti e della tutela di garanzie, sono un tassello che prepara un futuro diverso, una svolta epocale". Ma c'è un altro aspetto, che è la seconda delle ragioni per Gianni Chiodi.

"La concezione liberale dello Stato alla quale mi ispiro e che informa il mio agire politico e anche le scelte amministrative, mi fa guardare ai DICO come ad una ingerenza pubblica in affari privati. E mi chiedo, allora, se sia giusto che lo Stato debba legiferare, intervenire e quindi essere presente perfino in situazioni così intime. Anche in questo caso, non riesco a sgomberare le ombre di un passaggio che in realtà potrebbe precludere a ulteriori sviluppi. Esistono già le possibilità di garanzia e tutela dei diritti dei conviventi; sarebbe bene, sicuramente, trovare formule più adatte per tutelarle ma senza stravolgere le basi della convivenza collettiva e senza obbligare lo Stato a ficcare il naso fin dentro i rapporti interpersonali". Il sindaco Chiodi assicurerà la sua presenza al Family Day del prossimo 12 Maggio.

"Sarò a Roma a titolo personale ma anche consapevole del significato politico della partecipazione alla manifestazione cattolica di protesta contro il ddl sui DICO. Auspico una partecipazione convinta e numerosa delle famiglie teramane ad un appuntamento che comunque sarà contraddistinto dall'affermazione di alcuni principi, un happening che in realtà sarà "a favore" e non "contro", un manifesto gioioso ed orgoglioso della famiglia italiana".

24/04/2007





        
  



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