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Violenza sulle donne abruzzesi: triste il bilancio per il 2006

| La violenza sulle donne, in qualunque forma si presenti, ma in particolare quando si tratta di violenza intrafamiliare, è uno dei fenomeni sociali più nascosti

di Luigina Pezzoli

Il sommerso è elevatissimo perché nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Considerata come punta dell'iceberg dell'esercizio di potere e controllo dell'uomo sulla donna il fenomeno si mostra in diverse forme che vanno dalla violenza fisica, a quella psicologica e sessuale, fuori e dentro la famiglia. Secondo le elaborazioni dell’agenzia giornalistica Dalla A alla V su dati Istat, in Abruzzo è il 28% delle donne di età compresa tra i sedici e i settant’anni ad aver subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita da un uomo diverso dal proprio partner. Al contempo, nel corso del 2006, è stato il 3% ad averle subite dal partner attuale o ex partner.

Si è trattato soprattutto di violenza fisica da parte di ex partner (14%). Tra le forme di violenza subita dal proprio compagno, il 69% delle donne ha dichiarato di essere stata spinta, afferrata, strattonata, che le è stato storto un braccio o le sono stati tirati i capelli, mentre oltre 56% ha dichiarato di essere stata schiaffeggiata, presa a pugni, a calci o morsa, è invece il 51% ad affermare di aver subito minacce di violenza fisica e il 27% colpita da un qualsiasi oggetto. Allarmante, inoltre, il fatto che sia oltre l’85% delle donne a sostenere di subire rapporti sessuali indesiderati per paura di eventuali conseguenze mentre il 22,5% delle intervistate ha dichiarato di aver subito uno stupro dal proprio partner. Pari al 13%, invece, l’ammontare delle donne che, nel corso del 2006, hanno subito il trauma della violenza fisica o sessuale da parte di un conoscente o di un collega di lavoro, quasi il 10% da parte di uno sconosciuto e appena il 2% da un parente. Percentuale altissima, inoltre, quella relativa alle donne che hanno subito molestie fisiche sessuali (92%) da un uomo diverso dal proprio partner.


Tuttavia, la percezione della gravità dell’episodio è piuttosto attenuata dalla convinzione che l’affronto subito non sia un reato ma semplicemente una forma scorretta di comportamento. Circa la metà delle donne intervistate (50%) ritiene infatti l’ultimo episodio di violenza subito dal “non partner” come qualcosa di sbagliato ma non come un reato, mentre il 28% solamente come qualcosa che è accaduto e solo il 20% delle donne lo ha considerato un reato vero e proprio. A riportare ferite per la violenza subita è stato il 15% delle donne. A ritenere il fatto molto grave è appena il 17% delle donne, mentre per il 34% lo è abbastanza, per il 28% poco e per il 19% non lo è affatto. Le violenze che avvengono tra le pareti domestiche si consumano prevalentemente in casa della vittima, in strada, nella casa del partner o dell’ex partner, e in automobile. La quota delle violenze in strada e in automobile è più elevata per gli ex fidanzati.


Tra le donne intervistate, inoltre, ben il 24% è stata vittima di violenza sessuale da parte di un parente prima dei sedici anni, il 21% da parte di un conoscente e il 24% da uno sconosciuto.
Tra le conseguenze delle violenze subite, le vittime di molestie sessuali e, quelle che in misura maggiore hanno superato l’episodio, sono più attente quando escono; le donne che hanno subito violenze sessuali più gravi invece in misura preponderante esprimono la propria difficoltà ad instaurare relazioni, sono più attente e circospette, hanno meno fiducia negli uomini, sono rimaste sotto shock, sono più aggressive; quando la donna commenta le conseguenze della violenza fisica subita, a parte l’aver superato l’episodio, dichiara di essere più attenta, più diffidente e fredda.

07/03/2007





        
  



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