Teramo. Morti bianche. Forza Italia chiede un intervento immediato per la sicurezza dei lavoratori
| TERAMO - Occorre modernizzare il diritto del lavoro per la sicurezza dei lavoratori nel XXI secolo.
di Nicola Facciolini
“Onoriamo i martiri del lavoro e facciamo giustizia. L’ennesima tragedia sul lavoro in provincia di Teramo invoca un’attenta riflessione sul perché nel 2007 un giovane di appena 21 anni debba morire in un incidente la cui dinamica è incredibilmente assurda. Lasciamo ovviamente alle Autorità preposte l’accertamento delle eventuali responsabilità. Ma la politica ha il dovere di rispondere all’emergenza delle morti bianche, pena il suo fallimento. Si applichi la legge”. Il coordinamento provinciale di Forza Italia di Teramo interviene con una nota ufficiale, chiedendo un intervento immediato per la sicurezza dei lavoratori.
“In tema di sicurezza sui posti del lavoro, purtroppo, i signori della sinistra in provincia di Teramo hanno miseramente fallito: le belle parole servono a poco se poi non si è effettivamente in grado di arrestare il fenomeno. Il salto di qualità, infatti, ossia la rivoluzione nel mondo del lavoro, ha inizio con l’abbandono dell’allegra interpretazione delle norme di sicurezza già esistenti. Chiudere un occhio e anche l’altro, conduce all’inevitabile tragedia”. L’evento di Controguerra, forse, si poteva evitare, ma per gli azzurri aprutini “è ancora più drammatico vista la grande sensibilità al tema, almeno a parole, espressa nei convegni, nelle rassegne fotografiche e nelle interviste da illustri personaggi della sinistra locale. Doverosamente sia il mondo sindacale sia le Autorità preposte ai controlli, invocano l’adozione di misure straordinarie”.
Forza Italia di Teramo, lungi dallo “sciacallaggio politico-ideologico abituale nella sinistra, torna a ribadire la necessità di intervenire sulle politiche della sicurezza nelle imprese sul territorio: dobbiamo tutti insieme fare uno sforzo per passare davvero dalle parole ai fatti. Il lavoro è un diritto-dovere del cittadino, non è un passaporto per l'oltretomba”.
Il 22 novembre 2006 la Commissione europea ha presentato il Libro verde: «Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del XXI secolo»(COM(2006)708). Il documento intende lanciare un dibattito pubblico sull'evoluzione del diritto del lavoro in modo tale da sostenere gli obiettivi della strategia di Lisbona, in particolare al fine di ottenere una crescita sostenibile con più posti di lavoro di migliore qualità e in totale sicurezza.
“La Commissione sottolinea che i mercati del lavoro europei debbono conciliare una maggiore flessibilità con la necessità di massimizzare la sicurezza per tutti e ricorda che gli Orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione 2005-2008, adottati il 12 luglio 2005, rilevano l'esigenza di adattare la legislazione del lavoro per promuovere la flessibilità insieme alla sicurezza (cd. «flessicurezza») dell'occupazione e ridurre la segmentazione del mercato del lavoro”. Il Libro verde intende esaminare il ruolo che potrebbe svolgere il diritto del lavoro nel promuovere la «flessicurezza» nell'ottica di un mercato del lavoro più equo, più reattivo e più inclusivo, in grado di contribuire a rendere più competitiva l'Europa.
“Il dato politico che emerge è che la Commissione europea rilancia la strategia della maggiore flessibilità del lavoro come mezzo per aumentare la competitività, affiancando a questo il tema della sicurezza, al fine di elevare lo standard qualitativo dei posti di lavoro creati. Ma andando contro il dettato europeo che invita ad una maggiore flessibilità, alla Camera giace una proposta di legge che vede come primo firmatario l'on. Burgio: «Modifiche al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, in materia di contratti di lavoro a tempo determinato» (Atto Camera N. 1807).
A soffrire per le disposizioni del provvedimento, qualora malauguratamente dovesse divenire legge, sarebbero tutte quelle piccole e medie imprese che proprio nella flessibilità trovano lo sbocco necessario per essere più competitive sui mercati nazionali ed internazionali”. Insomma all'orizzonte si prospetta una ulteriore stangata per quel target di imprese che sempre si è distinto per competitività, produttività e sicurezza.
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30/01/2007
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