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Fiorella Mannoia, il sole del Brasile

San Benedetto del Tronto | Tutto esaurito al Palacongressi per il concerto della cantante romana. Lei, la Mannoia, è un concentrato puro di energia. Sempre in movimento, si lascia travolgere dall'Onda Tropicale che da il nome al suo ultimo album.

di Marco Braccetti

Un momento del concerto di ieri


Fuori pioveva, ma dentro al palazzo dei congressi c’era il sole. Il sole caldo del Brasile di Fiorella Mannoia. La grande partecipazione di pubblico che ci si aspettava per l’evento clou della stagione invernale c’è stata. Tutti i posti a disposizione erano esauriti. Molte le perone venute anche da fuori regione. “Ancora adesso- rivelava l’artista romana in una recente intervista- quando arrivo ad un concerto e vedo le macchine parcheggiate fuori, non posso fare a meno di pensare che qualcuno ha finito di lavorare, è venuto direttamente qui, magari senza neppure mangiare. Qualcuno ha cercato parcheggio ed ha fatto la fila, solo per vedere me”.

Beh, certamente tutte queste persone a fine concerto non sono andate via delude. Ad ognuna di loro Fiorella ha regalato un po’ della sua inesauribile energia, della sua grande voglia di vivere manifestata sul palco dal suo continuo movimento, dai tantissimi saltelli con cui teneva il ritmo, dal “tam-tam” sfrenato dei bongos, da lei stessa suonati.

Look “total black”, folti capelli rossi, carnagione chiarissima, accompagnata da una band poderosa, la Mannoia ha tenuto magnificamente il palco per più di due ore, con un piccolo intervallo, durante le quali ha sfoderato tutto il repertorio del suo nuovo album “Onda Tropicale”: "Mas que nada", di Jorge Bengjor, "Dois Irmaos" di Chico Buarque de Hollanda solo per citare i brani più significativi. Una menzione a parte va fatta per "13 di Maggio", canzone scritta da Caetano Veloso per celebrare la ricorrenza della fine della schiavitù. “Ma la schiavitù esiste ancora- denuncia la cantante- basta, ad esempio, vedere ciò che accade in molti campi di raccolta dei pomodori, o girare in qualche cantiere edile, senza parlare poi di quello che succede sulle strade, dove molte donne sono ridotte a vere e proprie schiave”.

Per Fiorella Mannoia la canzone è anche un mezzo per porre all’attenzione del pubblico problematiche di forte rilievo sociale. Del tipo: siamo qui per divertirci e stare insieme, ma non dimentichiamoci totalmente di ciò che accade fuori.

Toccante il ricordo di Sergio Endrigo, recentemente scomparso: “E’ stato un uomo che ha vissuto sempre la vita in modo lieve, ed in modo lieve se n’è andato” dice l’artista prima d’intonare “Io Che Amo Solo Te”, uno dei brani più noti del defunto cantante.

Ma la tristezza dura solo un momento e subito si ritorna ai ritmi carioca: “Lo so che non resistete. Lo so che vorreste alzarvi e ballare- dice la Mannoia rivolta al pubblico- fatelo pure!” In molti seguono il consiglio e l’austero palacongressi, per qualche minuto, sembra trasformarsi nel Sambodromo di Rio De Janeiro, anche grazie alla presenza di un significativo numero di brasiliani, che si fanno sentire a gran voce, scambiando anche qualche breve battuta in portoghese con la Mannoia, pronta nel rispondere a tono.

I grandi classici vengono proposti al momento del “bis”. Ecco allora “Il cielo d’Irlanda”, “Quello che le donne non dicono”, “Sally” ed altri ancora, brani che fanno viaggiare il pubblico sull’autostrada dei ricordi. E la standing ovation finale è più che meritata.

“Fiorella Mannoia sta sera ha fatto una super performance. Si è molto impegnata per far vedere bene ad Ascoli quello che si è perso…” queste le parole, tra il serio ed il faceto, di un importante uomo politico sambenedettese, per ricordare che la Mannoia era stata “scaricata” dal capoluogo, trovando in riviera braccia spalancate.

24/01/2007





        
  



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