Cossignano, il sindaco rivolge un appello a tutti i sostenitori della Margherita
Cossignano | In previsione del secondo congresso della Margherita, Roberto De Angelis apre il dibattito politico che condurrà al Partito democratico
Dal sindaco di Cossignano, Roberto De Angelis riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta rivolta ad iscritti e simpatizzanti, in previsione del secondo Congresso provinciale di D.L. - La margherita
Care amiche ed amici della Margherita, dopo la lunga stagione delle elezioni, che ha paradossalmente bloccato il dibattito politico all'interno dei partiti e la discussione con la base degli stessi sulle prospettive strategiche per il futuro del Paese, la stagione dei congressi si apre con la prospettiva del Partito Democratico.
La Margherita deve necessariamente promuoversi come luogo di partecipazione politica aperta a nuovi apporti, dare quel contributo di ideazione politica sulle forme e sui contenuti necessario alla costruzione del "partito nuovo", all'altezza delle sfide che lo attendono.
La politica si rigenera innanzitutto partendo dalle idee e dalla visione del futuro. Occorre rinnovare le idee, gli orizzonti per un progetto politico e di governo che riesca a suscitare interesse, credibilità e, se possibile, passione.
E' da qui che dobbiamo ripartire se intendiamo recuperare sul serio l'antica e nobile funzione di inclusione sociale della politica. E riallacciare quel dialogo spezzato soprattutto con i giovani.
Diverse amiche ed amici che come me si riconoscono in questa identità politica e culturale avvertono la necessità, in mezzo a tanto frastuono generale pervaso da un senso di disorientamento ed inquietudine, di aprire all'interno un dialogo pacato, autentico, forte e chiaro, ma non preclusivo.
I tempi ci propongono questa sfida di democrazia e partecipazione che noi vorremmo saper cogliere prontamente.
Abbiamo bisogno di un partito che dibatte, propone idee e scelte politiche, che recupera la migliore tradizione dei partiti e cioè quella di canalizzare la partecipazione del cittadino al dibattito sul pubblico interesse. I partiti non possono essere ridotti a club privati nei quali il leader è tutto e la coscienza critica finisce per dissolversi. I partiti non possono essere una società per azioni dove le correnti rappresentano le quote di un consiglio di amministrazione anziché strumenti di un dibattito plurale
che impone, con discernimento, la ricerca della sintesi. I partiti non possono ridursi a funzioni meramente distributive di ruoli ed incarichi ma devono formare persone che, con senso di responsabilità, ardente passione e lungimiranza, intendono impegnarsi concretamente nell'azione politica.
Occorre un forte slancio ideale per contrastare la tentazione oligarchica che inesorabilmente ti trascina all'atrofia del partito ovvero alla "partitocrazia senza partiti".
Per la nostra esperienza occorre un partito vero, un partito al servizio e non al potere, un partito con le sue regole, la sua democrazia interna, il rispetto per le persone e per i territori senza i quali non ha senso dirsi forza politica.
Con forte passione civile, con la passione delle grandi cose, desideriamo una discussione precongressuale autentica, ad ogni livello territoriale, per arrivare ad un congresso provinciale, dal quale dovrà scaturire una rappresentanza forte, espressa dalla migliore classe dirigente locale,
e che sia in grado di affrontare la sfida della costruzione del nuovo soggetto politico.
Con la consapevolezza dei nostri limiti, ma anche con l'ambizione di volgere lo sguardo avanti, dobbiamo ritrovare la passione ed il coraggio per una scelta politica impegnativa che deve andare oltre l'esperienza della "vera" Margherita, partito che per primo ha voluto sperimentare il modello
plurale.
Di questa fase dovremo essere protagonisti non già per un riflesso di autodifesa identitaria, ma perché sentiamo intera la responsabilità di restituire qualità e sostanza alla democrazia, una democrazia in crisi ma sorretta da una forte speranza in una sua rigenerazione continua, innervata
da nuove spinte etiche, di valori e di nuova partecipazione che promanano dalla base.
Obiettivo facile da sognare - dirà qualcuno - ma difficile da costruire. Ma è altrettanto vero che se ognuno vorrà muoversi da solo non si andrà da nessuna parte. Se ognuno vuole fare il suo partito democratico, non se ne farà uno solo. Queste imprese non possono essere concepite come frutto
di gesti solitari, ma risultato faticoso di un impegno collettivo generoso e aperto.
Non è il momento di contare le tessere, ma è il tempo di mettere insieme le persone con intelligenza e passione per un dibattito vero. Non è discutendo di tessere che risveglieremo la passione per l'impegno politico, né insistendo sulle differenze al nostro interno che faremo capire cosa sarà il
futuro Partito democratico. Le contraddizioni generano diffidenza più che speranza.
Non dobbiamo commettere l'errore di cadere entro logiche autoreferenziali e inutilmente conservative, peraltro di uno status quo poco esaltante.
Un'analisi critica ed autocritica sarebbe indispensabile per ricercare alti valori condivisi ed uno sguardo proiettato al futuro per dare risposte adeguate al bisogno di partecipazione.
La consapevolezza dell'importanza del progetto deve rendere tutti disponibili a contaminare le proprie idee con quelle altrui. Ricominciamo pertanto dalle realtà municipali, dai Circoli, affinché le prove
politiche che ci attendono, anche organizzative, possano essere adagiate, con serenità, su un terreno culturale ampiamente dissodato.
Auspichiamo che i giorni che verranno siano densi di eventi importanti, di decisioni da prendere, di responsabilità da assumere. Un'occasione da non perdere per quanti hanno a cuore le sorti dell'avvenire. L'impegno è grande, ma la posta in gioco lo è ancora di più, se terremo presente che
saranno i nostri sostenitori, nel caso di una nostra inadempienza, a esigere una severa resa dei conti.
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04/11/2006
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