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Proseguono gli incontri con “Suoni dal mondo”

Ascoli Piceno | Il Cineclub propone, per il quinto appuntamento, il film “Time”

Martedì 14 e mercoledì 15 novembre 2006, nell’ambito del primo ciclo “Suoni dal mondo” rassegna dedicata al cinema di qualità, realizzato da il Cineclub di Ascoli, verrà proiettato il film “Time” di K.Ki-duck. L’evento si svolgerà al cinema Piceno con inizio alle ore 21.15. Seh-hee e Ji-woo stanno insieme da due anni e sono molto innamorati. Ma a causa del del tempo che passa, Seh-hee comincia a temere che Ji-woo si possa stancare di lei, diventando molto gelosa. Un giorno, proprio come temeva, Ji-woo non riesce a fare l'amore con lei. Solo quando Seh-hee gli propone di immaginare un'altra donna, Ji-woo ci riesce. Il giorno seguente, Seh-hee sparisce. Mentre Ji-woo soffre per la scomparsa di Seh-hee, lei in segreto si reca da un chirurgo plastico e cambia completamente la sua immagine.

Amore come mutilazione e cambiamento: interiore ed esteriore. Questo sembra voler dire con la sua ultima opera il regista coreano a un anno di distanza da L'arco. Ancora una storia di sentimenti e relazioni e ancora una visione dell'amore sempre estrema e carica di crudeltà. Diversamente dai film precedenti questa volta la violenza non è perpetrata ai danni altrui ma è quella che una donna si autoinfligge facendo ricorso alla chirurgia plastica nel tentativo di preservare la propria storia con Ji-woo dallo scorrere del tempo e dall'insinuarsi, quasi inevitabile, di noia e abitudine. Un intervento totale, doloroso oltre ogni dire e lungo sei mesi, non per diventare più bella, ma solo per trasformarsi in altro da sé. Il regista approfitta di uno spunto di attualità - il boom della chirurgia pret a porter nei paesi orientali - per redigere una fenomenologia dell'amore deviato, con tutto il suo meschino coacervo di gelosia, possesso, insicurezza.

Elementi nuovi di questo film sofisticato ma inquietante sono una sorta di strana comicità, anche se sempre giocata al limite - grossa novità nel modus operandi del regista - dialoghi più frequenti e serrati che si sostiutuiscono ai celebri silenzi, tutta una serie di personaggi secondari, quasi macchiettistici. Al solito invece, Kim Ki-duk firma regia, sceneggiatura e montaggio dell'opera, rivelando una padronanza del linguaggio cinematografico ormai impeccabile, che qui si traduce in definitiva in uno spietato ritratto delle estreme conseguenze dell'amore e di come queste siano capaci di uccidere l'amore stesso.

13/11/2006





        
  



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