Il cantiere sull'Albula è O.K. Almeno così dicono i tecnici
San Benedetto del Tronto | Questo l'esito del sopralluogo effettuato dall'assessore provinciale Luigino Baiocco con delega alla Protezione Civile e da tecnici idralulici. Tuttavia i timori rimangono.
di Carmine Rozzi
L'impalcatura sul torrente Albula
Ora sembra essere ufficiale. I lavori che le Ferrovie dello Stato stanno eseguendo sul ponte che si trova nelle vicinanze della foce non costituisce fonte di pericolo. Lo afferma lo stesso assessore provinciale con delega alla Protezione Civile Luigino Baiocco dopo il sopralluogo effettuato nel pomeriggio di mercoledì. Gli stessi tecnici idraulici del dipartimento hanno assicurato che, visto il fondale cementato e l’ampiezza degli argini in quel punto, è molto improbabile che l’impalcatura possa rivelarsi una fonte di intralcio per un deflusso di acque piovane.
Ma nel contempo lo stesso assessore ha indirizzato una lettera alla Direzione del Compartimento Ferroviario di Ancona pregandolo di accelerare i tempi del cantiere ricevendo la promessa che sarà fatto l’impossibile. Si ricorda che da ormai circa tre mesi un’impalcatura in tubolari, come quelle utilizzate in edilizia, è stata fissata al vecchio e massiccio ponte ferroviario che si trova a poche decine di metri dalla foce del torrente Albula. E’ lunga circa 38 metri e poggia sull’alveo stesso attraversandola trasversalmente, da una sponda all’altra, per tutta la sua lunghezza.
La costruzione è ad incastro con una profondità di circa un metro e mezzo, un intervallo di un metro tra i supporti e si innalza fino a raggiungere la superficie del ponte ad una altezza di circa cinque metri.. L’intero manufatto sembra essere stato montato per permettere di ampliare la larghezza del ponte verso est con un marciapiede protetto da una staccionata in metallo visibile all’inizio del lato sud. Il posizionamento dell’intelaiatura è iniziato quasi in sordina verso il mese di luglio e ora è stato completato. Su segnalazione dell’assessore alla viabilità Settimio Capriotti una delegazione della Protezione Civile con in testa il direttore Stefano Mozzoni ed il geometra Marco Collini si era recata nel pomeriggio di lunedì sul posto per rendersi conto di persona dell’ampiezza del manufatto documentandola con dieci fotografie prese dai diversi angoli del cantiere.
Che la costruzione rappresentasse un fattore di rischio ambientale lo testimonia la visita dell’assessore provinciale Luigino Baiocco con delega al Genio e alla Protezione Civile per avere l’esatta cognizione del problema definendolo. Il rischio maggiore è che, in caso di forte alluvione, la rete artificiale poteva bloccare il passaggio ad arbusti e altro materiale che di solito, in casi del genere, vengono trasportati a valle dalle acque ingrossate. Tutto questo proprio mentre in questi giorni, su segnalazione del Comune di Acquaviva, la stessa Protezione Civile sta lavorando nei pressi di Via Copernico ( i lavori sono iniziati il 18 ottobre) per ripulire circa 600 metri del torrente, in base alla legge 1010 che dà all’ente la possibilità di intervenire direttamente con procedura d’urgenza.
Nonostante le ultime rassicurazioni che arrivano dalla provincia sono ancora in molti a chiedersi perché, invece di montare l’impalcatura in estate, si sia scelto proprio l’autunno, periodo notoriamente più propizio alle piogge. Per gli ingegneri idraulici corsi d’acqua come il torrente Albula in gergo sono definiti “atipici” per una loro peculiarità che li rende estremamente pericolosi.
In casi di rovesci piovosi abbondanti sono capaci di sviluppare, nel giro di poche decine di minuti, una portata d’acqua triplice rispetto a fiumi o torrenti della stessa ampiezza. Inoltre qualche tecnico del settore obietta che lo stesso ponte ferroviario, con le quattro navate alte poco più di tre o quattro metri, non corrisponde più ai criteri di sicurezza stabiliti per strutture del genere.
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27/10/2006
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