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Quella croce a Cefalonia. Umiliata, tra spregio e disprezzo

San Benedetto del Tronto | Quattro giovani sanbenedettesi in vacanza nell'isola delle Ionie ritrovano, buttata in un fosso, l'umile croce di legno a ricordo dello sterminio del '43 quando l'intera Divisione Aqui fu massacrata dalla Wermacth come rappresaglia.

di Carmine Rozzi

Da sinistra:Alessandro, Elena, Francesca, Martino


Martino Di Biase, Elena Shubelka, Alessandro Libetti e Francesca Domenicali ricorderanno per tutta la vita quel loro viaggio nell'arcipelago delle Ionie.

Quattro seri e stimati giovani sanbenedettesi che hanno ridato dignità ad un pezzo glorioso della storia militare italiana. Erano partiti per Cefalonia dalla vicina Zante. Martino, Delegato per la provincia di Ascoli Piceno dell'Istituto Guardie d'Onore alle Reali tombe del Pantheon, aveva proposto loro di abbinare la vacanza alla storia più recente recandosi a visitare quel posto che nel settembre del '43 fu teatro di un ennesimo atto barbarico perpetrato dall'esercito nazista contro quelli che pochi giorni prima erano i loro stessi alleati.

Pochi i monumenti a ricordo di quell'episodio. Uno a Verona, l'altro ad Argostoli, capoluogo dell'isola. Ma quel gruppo di giovani, per loro stessa definizione «quattro amici molto legati alla storia del nostro
Paese» sanno che poco lontano da lì, nel paesino chiamato Assos, in una sola notte furono uccisi 500 tra soldati, ufficiali e gente del posto.

Lasciano il modesto ceppo commemorativo di Argostoli, chiamato dagli stessi abitanti "il piccolo monumento" sperando di potersi raccogliere e rendere omaggio anche all'altro. Una volta sul posto, non credono ai loro occhi. Il vecchio ponte costruito dai nazisti fa ancora bella mostra di sé
con tanto di croce uncinata. Ma, tra spregio e disprezzo, buttata tra rifiuti di ogni genere,in un fosso poco distante, giace l'umile croce di legno, spezzata ed offesa, unico ricordo di quell'eccidio. Di intatto solo una frase, scritta da una mano pietosa :" In ricordo caduti italiani div. Acqui - settembre 1943». I quattro ragazzi della Riviera delle Palme cercano invano di ricomporre quella piccola reliquia di storia italiana.

Ma, pur nell'amarezza del momento, decidono che questa offesa va fatta notare agli organi italiani competenti. Così, una volta tornati a casa, Martino scrive una accorata lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e al Commissariato Generale Onoranze Caduti In Guerra.
Posti dalla resa italiana e dal comando della stessa Wehrmacht davanti alla scelta di continuare a combattere a fianco dei nazisti e la possibilità di riscattarsi davanti alla storia i soldati e ufficiali
dislocati sul posto non esitarono un attimo. Scelsero la seconda pagando il prezzo supremo dello sterminio. Diecimila tra soldati, ufficiali e civili uccisi per rappresaglia.

Libri e trattati a iosa. Chi aumenta la cifra, chi la ridimensiona. Resterà per sempre, scritto con il marchio degli eroi, il sacrificio di uomini semplici che in quel gesto sancirono la fine di un regime e l'inizio di una democrazia. Nel marzo 2001 ad Argostoli, davanti a quel piccolo ceppo in terra straniera l'allora Presidente della Repubblica Ciampi ricorderà come «la loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza, di un'Italia libera dal fascismo». Ma di quell'umile croce gettata giù dal ponte nessuna notizia.

Fino a quando un gruppo di amici sanbenedettesi...


Il testo integrale della lettera spedita da Martino De Biase al Presidente4 della Repubblica Giorgio Napoletano

Ill.mo Presidente della Repubblica Italiana On. Giorgio Napolitano

"Signor Presidente, mi rivolgo a Lei, affinchè, venga restituita la giusta dignità ai numerosi caduti di Cefalonia. Il mese scorso mi sono recato sull'Isola di Cefalonia in Grecia, erano anni che desideravo conoscere quel posto dove numerosi nostri giovani soldati persero la vita nel settembre 1943 per mano dei nazisti. Forte era l'emozione, ma purtroppo mi sono trovato davanti ad un'inaudito scempio!!! La croce in legno eretta per il ricordo dei nostri caduti era stata spezzata e gettata dal ponte, le allego le fotografie così si può fare un' idea, di quanto doloroso sia stato assistere a questa scena, considerando che io e i miei compagni di viaggio siamo legatissimi alla storia del nostro paese e per tutti coloro che hanno perso la vita in nome dell' ITALIA!!! Le rammento inoltre, che il rimanente della Divisione "Aqui", si unì alla resistenza partigiana greca che era in continuo contatto con i partigiani italiani, e quindi considerato che anche lei è stato in un gruppo di antifascisti spero s'impegni ad attivare gli organi competenti al fine di poter ripristinare in maniera più salda quella croce, che per molti ha un gran valore... VITA.

RingraziandoLa per l'attenzione, Le porgo i miei più fervidi saluti, con stima".

28/09/2006





        
  



5+5=
La croce di legno spezzata ad Agassos
Il monumento alla divisione Acqui a Argostoli

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