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Un futuro per il “Piceno Consind” o la chiusura ?

Ascoli Piceno | Mario D’Emidio: ““quale compito affidare al commissario o al nuovo consiglio di amministrazione?”

di ing. Mario d'Emidio*

In relazione al dibattito politico in corso sulla situazione del Consorzio di Industrializzazione di Ascoli P. (Piceno Consind) e sulla possibilità di commissariamento dell'Ente, rilevo che nessuno si chiede: “quale compito affidare al commissario o al nuovo consiglio di amministrazione?”

Dall'ultimo bilancio consuntivo (anno 2004 perché il consuntivo dell'anno 2005 non è stato ancora approvato) si evidenziano debiti (a breve e lungo termine) per circa 30 milioni di euro nonché uno squilibrio strutturale di cassa pari a circa 1,7 milioni annui.

A fronte si hanno crediti (esigibili?) per circa 7 milioni ed un patrimonio valutato (o supervalutato?) di circa 30 milioni di euro.

Quindi sarebbe chiaro che l'Ente, vendendo tutto il proprio patrimonio potrebbe anche far fronte ai debiti.

Ma poi il Consind cosa dovrebbe fare?

La verità vera è che il Piceno Consind ha esaurito il ruolo importante per il quale è stato istituito che è stato quello di favorire l'industrializzazione della zona, soprattutto realizzando infrastrutture e governando urbanisticamente le zone produttive intercomunali.

Avendo esaurito il proprio compito, l'Ente, per garantire la propria sopravvivenza, si è inventato un ruolo simile a quello di una agenzia immobiliare: espropriare le aree a 30 euro/mq e venderle, ad esempio, a 80 euro/mq.

E' evidente che non può essere questo il ruolo del Consind. Per questa attività riduttiva non si possono giustificare né gli oneri per le industrie, né gli aggravi burocratici, né i famosi “costi della politica”.

Non ci si deve meravigliare, quindi, se gli imprenditori e le loro associazioni di categoria nonché la Camera di Commercio, non dimostrano più alcun interesse all'esistenza dell'Ente.

Allora prima di decidere tra il commissariamento o il nuovo consiglio di amministrazione sarebbe bene che le istituzioni e le forze politiche e sociali individuino, se c'è, un nuovo ruolo importante per il Consind.

Se non si dovesse individuare un nuovo ruolo condiviso allora è bene che arrivi il commissario, ma con il compito di liquidarlo.

Un'alternativa possibile potrebbe essere, vista la situazione di emergenza, quella di un accordo forte tra le forze politiche e le istituzioni, senza distinzione tra i due poli, per insediare un nuovo consiglio di amministrazione con uomini innovativi e con idee ancor più innovative e che possano dare una prospettiva al Consorzio di Industrializzazione.

E' questo uno dei casi tipici in cui un accordo tra i poli è nell'interesse del territorio.

*Segretario Prov.le PRI

15/09/2006





        
  



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