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La necropoli di Spinetoli non finisce di sorprendere

Spinetoli | Scoperto il 17 luglio scorso durante lavori edilizi, l’insediamento ha riconsegnato finora agli studiosi oltre 60 tombe.Prezioso il contributo dato dai tecnici archeologi appositamente “diplomati” dalla Provincia.

Amministratori comunali e provinciali, tecnici e funzionari della Sovrintendenza archeologica regionale, archeologi hanno partecipato stamane ad un sopralluogo in zona S. Pio X di Spinetoli dove, lo scorso 17 luglio, durante lavori di sbancamento per costruire un edificio, è venuta alla luce una necropoli di origine romana a Spinetoli.

Per fare il punto della situazione e valutare i possibili sviluppi del sensazionale rinvenimento c’erano il presidente della Provincia Massimo Rossi, il vice presidente Emidio Mandozzi, l’assessore alla Cultura Olimpia Gobbi, la dott.ssa Nora Lucentini della Sovrintendenza Archeologica delle Marche, l’antropologo Franco Rollo dell’Università di Camerino, Mara Miritello, titolare di una ditta specializzata in scavi archeologici, il sindaco di Spinetoli Angelo Canala e l’assessore alla cultura del Comune Carlo Damiani.

“Subito dopo il ritrovamento la Provincia si è attivata, attraverso il lavoro sinergico del mio assessorato e di quello dei colleghi addetti alla cultura Gobbi e al turismo Marini – ha dichiarato l’assessore Mandozzi – per dare un significato storico a questo eccezionale ritrovamento, avvalendosi anche della grande disponibilità della dott.ssa Lucentini e della determinante collaborazione del Comune di Spinetoli e dell’Università di Camerino che hanno messo in campo risorse umane e organizzative. La necropoli conferisce grande prestigio a tutto il nostro territorio – ha proseguito l’assessore - e rappresenta un formidabile strumento di promozione turistica e di valorizzazione culturale del Piceno”.

Il sindaco Canala ha ringraziato particolarmente i 10 allievi che da poco hanno terminato il corso “Tecnico della valorizzazione dei beni archeologici, storici e del paesaggio nella Valle del Tronto” promosso dalla Provincia in collaborazione con i comuni di Ascoli, Arquata ed Acquasanta, sottolineando come finora fossero davvero scarse le professionalità di questo tipo in un territorio pur ricco di storia come quello ascolano. Il Sindaco inoltre ha auspicato che questo tesoro possa restare a Spinetoli attraverso l’apertura di un museo archeologico.

Come spiegato dalla dott.ssa Lucentini, non ci si trova di fronte a resti monumentali ma a tombe di gente comune. “Il fatto che siano presenti ben 60 tombe – ha aggiunto la rappresentante della sovrintendenza – lascia pensare che il sito si trova in prossimità di un antico vicus (insediamento abitativo), il che è particolarmente interessante, visto che finora non eravamo a conoscenza di vici lungo la Salaria”. La dott.ssa Lucentini ha quindi spiegato che le tombe risalgono con tutta probabilità al II sec. D.C., periodo in cui cominciarono a diffondersi le tombe ad inumazione, come quelle ritrovate a Spinetoli. La tesi è inoltre avvalorata dalle lucerne, i bicchierini e le monete ritrovate a fianco di alcuni scheletri. I calzari in buono stato di conservazione trovati in una tomba, forse delle calighe (calzature militari), lasciano inoltre presupporre che l’area fosse una zona di assegnazioni di terreni agricoli. La presenza della Necropoli rappresenta infine un nuovo punto di partenza per riaprire le ricerche sull’antico tracciato della Salaria.

Dettagli sulle inumazioni sono venuti dall’antropologo prof. Rollo: “In base alle osservazioni effettuate si è potuto dedurre che i defunti sono stati seppelliti dentro casse lignee, a volte anche avvolti in un sudario”.

La dott.ssa Militello, titolare della ditta di scavi archeologici A.B.C., ha infine illustrato i tipi di tombe che sono state rinvenute: “Sono semplici fosse terragne caratterizzate da copertura con tegoloni orizzontali e alla cappuccina. Tutti i corpi sono disposti con il cranio ad est ed i piedi ad ovest ma, per ricostruire la storia dei singoli individui e della necropoli, sarà necessario il trasferimento di alcuni scheletri con i pani di terra. In questa occasione voglio davvero ringraziare i ragazzi del corso di formazione della Provincia – ha concluso la dott.ssa Militello – perché, grazie al loro supporto, siamo riusciti a lavorare molto più velocemente in questa prima fase di scavi così delicata per la tutela futura del sito”.

09/08/2006





        
  



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