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Zap Mangusta, "La vita come il calcio è un gioco collettivo"

Grottammare | Prima serata della rassegna "Scrittori sotto le stelle" organizzata dalla Libreria "La Bibiliofila" in collaborazione con Confesercenti e Fiba. Presentato il libro "Platone e la legge del Pallone" di Diego Pesaola, in arte Zap Mangusta

di Eleonora Camaioni


Immaginate un campo di pallone, ventidue uomini sul terreno di gioco, il portiere rinvia la palla, la passa al difensore, il difensore “crossa” e la sfera scivola verso il centrocampista, questi la passa alla mezza punta che con un dribbling si libera dall’avversario, fa un assist alla punta, l’attaccante tira: gol! Non è difficile riuscire a riportare alla mente simili immagini. Basta tornare con il pensiero al 9 luglio scorso e rivivere alle azioni da gol intraprese dagli Azzurri durante il Campionato del Mondo che hanno prodotto emozioni intense e indimenticabili.

Immaginate lo stesso campo di pallone, ventidue uomini sul terreno di gioco, guardate i nomi dietro le magliette Socrate, Platone, Hegel, Kant, Nietzche, Eraclito, Giordano Bruno, Macchiavelli, Marx. Nomi noti nel campo della filosofia antica e moderna che si trovano in una sorta di rettangolo erboso immaginario per giocare la loro partita “filosofica” proprio come Totti, Cannavaro, Del Piero e Grosso giocano le loro partite calcistiche. Non è facile associare la filosofia al calcio, eppure è questo il nocciolo dell’ultimo libro di Zap Mangusta, Platone e la legge del pallone. Lezioni di filosofia per tipi in gamba, edito da Rizzoli.

Zap Mangusta, al secolo Diego Pesaola figlio di Bruno Pesaola, detto “il petisso”, ala sinistra italo-argentina (ha militato nelle file del Napoli e della Fiorentina), ama considerarsi metà filosofo, metà calciatore. Infondo è anche un regista, autore, ha lavorato in radio, in televisione partecipando a programmi di successo come Le Iene e Barracuda di Italia 1.

Nell’ultima fatica, dedicata al padre, offre una lettura particolare del gioco del pallone. “Tirare calci al pallone è un po’ come vivere le azioni della nostra vita”. Ad ogni giro di pagina, a ogni tocco di palla, Mangusta ci insegna qualcosa su noi stessi e sul nostro “gioco”, invitandoci a sfruttare al meglio i novanta minuti che abbiamo a disposizione, a lasciare la panchina, a conquistare la sudatissima e meritata vittoria, ma anche a prendere qualche cartellino rosso.

Il pallone diventa così, nelle parole dell’autore, una immagine simbolo per descrivere la riuscita, la conquista e la sfida che ognuno compie, quotidianamente per vivere, attraverso aneddoti calcistici, considerazioni filosofiche e riflessioni varie. Colpire il pallone diventa un’arte che prevede 16 modi di colpire la palla, corrispondenti a 16 modi di affrontare la vita, per scoprire il proprio ruolo all’interno della squadra e per sapere a quale squadra si appartiene. Sta ad ognuno di noi scoprire l’ultimo colpo, il colpo personale, quello che ci fa capire come fare gol e, fuor di metafora, rivela l’essenza vera della nostra esistenza.

Tra il serio e il faceto il volume parla anche delle note dolenti del calcio. Entrando nelle pieghe del sistema calcio, che spiega Mangusta “è ben differente dal gioco”, viene analizzata l’attuale situazione fatta di scandali, disonestà e intercettazioni telefoniche del campionato italiano, “tutti fenomeni diseducativi che nulla dovrebbero avere a che fare con la magia prodotta dalla sfera mentre scorre sul manto erboso”.

Durante la serata, svoltasi allo Chalet Sabya Beach di Grottammare, erano presenti Bruno Traini e Paolo Perazzoli (rispettivamente presidente e segretario della Confesercenti) oltre a Mimmo Minuto (presentatore della serata) che hanno reso possibile l’evento.

22/07/2006





        
  



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