Un incontro denso di contenuti, quello che il sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio ha tenuto nella tarda mattinata di oggi con la stampa locale. Tantissimi gli argomenti di attualità, primo tra tutti quello della Fermana Calcio, ormai avviata verso una triste scomparsa. Dopo la rinuncia del presidente Battaglioni, che non ha iscritto la formazione canarina al prossimo campionato, la città capoluogo della quinta provincia marchigiana si tè trovata all’improvviso senza una squadra che la rappresentasse, ed ha visto cancellati oltre 80 anni di storia. Stasera, di fronte ad un notaio, si andrà a costituire la nuova società. Un momento attesissimo di cui non si conoscono ancora nel dettaglio i contorni.

Dal primo cittadino fermano è partito l’impegno a coinvolgere politici ed imprenditori locali, per la costruzione di una squadra che riesca a rappresentare l’intero territorio. Ci sarebbero garanzie per la costituzione di una società affidabile e duratura, di cui stasera si conosceranno concretamente i nomi. Verranno infatti nominati presidente e consiglio d’amministrazione. Naturalmente la nuova squadra non potrà chiamarsi Fermana, al massimo potrà riacquisire il suo nome originario tra qualche tempo, pagando per riappropriarsi del simbolo che fin dal 1920 ha costituito l’orgoglio calcistico di Fermo. La nuova squadra potrebbe iscriversi all’Eccellenza, magari fondendosi con la Monturanese, ma per il momento non ci sono certezze. Di sicuro l’ipotesi di un campionato di Eccellenza allargato a 19 squadre non piace alle altre società iscritte, che hanno già fatto quadrato per opporsi all’eventualità.

Secondo il sindaco Di Ruscio, la squadra dovrà esprimere tutto il territorio, costituire un punto di congiunzione tra i comuni della zona. Il caso Fermana, secondo il primo cittadino, è emblematico di una provincia slegata ed incapace di operare scelte coraggiose e fare quadrato. “Siamo un territorio che cede sempre alle piccole promesse e finisce per non crescere mai” dice Di Ruscio, con la mente alla questione della terza corsia autostradale, ed al cedimento del fronte del no all’ampliamento. Altra preoccupazione riguarda la Camera di commercio, ufficialmente costituita, ma in concreto ancora ai primi passi. “Da tutti serve una svegliata, da quando la Camera di commercio è nata non si è fatto nulla. E’ un ente tutto da costruire”.

Non basta. Dal primo cittadino anche una freccia alla Regione per la gestione dei fondi culturali, troppo ‘Anconacentrici’, per tentare un neologismo. “Il teatro dell’Aquila ha avuto 75.000 euro, esattamente un decimo di quanto è stato ottenuto dal Teatro delle Muse di Ancona. E’ uno squilibrio esagerato, chiediamo pari dignità”. Insomma tanta carne al fuoco, ed un sindaco che fresco di rielezione promette battagli a tutto campo per una Fermo migliore nei prossimi cinque anni.